di Linda Caglioni – Foto Linda Caglioni e Marita Letizia Camparsi
URBINO – Decine di arcieri vestiti in abiti rinascimentali, armati di archi in legno e faretre piene di frecce, hanno riavvolto il nastro della storia che contrappose i Montefeltro ai Malatesta di Rimini, nel XV secolo. E a vendicare la disfatta subita più di 500 anni fa, ad avere la meglio sono stati, questa volta, i rivali della signoria riminese. I bellicosi spiriti quattrocenteschi di Federico e Sigismondo sono tornati a rivivere a Urbino che ha ospitato “l’eterna disfida”, l’ormai tradizionale amichevole di tiro con l’arco storico che ha preso il via in piazza del duca Federico.
[aesop_gallery id=”265599″]A fronteggiarsi durante l’appuntamento annuale, le due signorie rappresentate dalle quattro compagnie: le Aquile ducali di Urbino e Castrum Firmignani (Fermignano), sotto le insegne dei i Montefeltro; la compagnia del Liocorno di Fano e quella degli arcieri di Gradara, a brandire il vessillo dei Malatesta.
La disputa, è rimasta incerta fino alla fine, e ha visto prevalere i malatestiani con il risultato di 340 punti contro i 335 totalizzati dai Montefeltro.
Ma i numeri davvero interessanti sono anche altri: Sara Carigi, la più giovane arciera che oggi ha imbracciato arco e frecce spostandosi tra le mura del palazzo ducale e i torricini, ha soltanto otto anni. È invece della classe 1944 il componente più anziano, Roberto Valli.
“Il bello del tiro con l’arco storico è che non importa quale sia l’anno di nascita sulla carta d’identità – racconta Bruno Petricca, 65 anni, arciere feltresco, urbinate d’adozione. – Io ho iniziato tardi, ma questa è una disciplina a cui ci si può appassionare sempre: basta aver voglia di mettersi in gioco”.
I malatestiani custodiranno il vessillo della “Disfida” fino alla prossima tenzone, che si terrà in casa dei vincitori nel 2019, per rinnovare, nell’atmosfera allegra portata dai contendenti, la secolare rivalità.