di Francesco Cofano
URBINO- L’ateneo di Urbino non c’è nei World University Rankings 2019, le classifiche delle migliori università al mondo pubblicate dall’azienda britannica Quacquarelli Symonds. Un’assenza dovuta non a una mancanza di qualità o a un deficit di competitività, quanto alle dimensioni dell’ateneo. “Per partecipare a questo tipo di ranking bisogna avere almeno diecimila pubblicazioni scientifiche recensite dal web of science (piattaforma di riferimento nel campo delle citazioni scientifiche, ndr). Urbino ne ha circa settemila, un numero insufficiente per competere”, spiega il direttore generale dell’Università, Alessandro Perfetto.
La valutazione tiene contro di parametri come la reputazione accademica e la qualità della ricerca, misurata con le citazioni in riviste specializzate ottenute da ciascuna facoltà. La quantità di pubblicazioni è strettamente legata al numero di docenti. “Urbino conta circa 350 professori. Altre realtà con un numero più che doppio di accademici riescono ad arrivare alle pubblicazioni necessarie. Questo non significa che abbiamo livelli migliori o peggiori di ricerca, semplicemente non possiamo giocare”, continua Perfetto.
“Urbino non poteva esserci perché chi fa questo tipo di ranking non vuole mettere insieme realtà molto diverse tra loro: sarebbe come paragonare un transatlantico ad una zattera”, conclude il direttore.L’analisi internazionale premia comunque gli atenei di casa nostra, sia nella classifica globale che nelle griglie dedicate a 48 differenti aree disciplinari: con 41 università (tra le quali la Sapienza di Roma, il Politecnico di Torino e l’Alma Mater di Bologna) l’Italia si piazza al quarto posto in Europa e al settimo nel mondo.