di Valerio Sforna
URBINO – Questa mattina il Tribunale collegiale di Urbino ha messo un primo punto fermo sulla vicenda processuale di Edmir Terzetti – alias Edmir Koleci – durata quasi dieci anni, condannandolo a tre anni e sei mesi di reclusione per traffico e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. L’uomo, difeso dall’avvocato di fiducia Umberto Levi, era già in carcere per un furto avvenuto nel 2015.
Una storia complicata
Nel 2011 il suo nome era comparso nel registro degli indagati tra quello di altre 13 persone tutte dedite al traffico di sostanze stupefacenti. Un gruppo di cui faceva parte anche Altistin Precetaj, condannato poi, nel 2015, a 12 anni di carcere per l’aggressione con l’acido all’avvocato urbinate Lucia Annibali. La banda era stata sgominata grazie a diverse intercettazioni tra alcuni componenti e Giovanni Olimpio, parrucchiere di Fermignano che acquistava grossi quantitativi di droga sia per uso personale che per la vendita. Tutti gli indagati avevano patteggiato, tranne Koleci che si trovava in Italia senza permesso di soggiorno.
Il giudice, quindi, come previsto dalla Legge Bossi Fini sull’immigrazione, aveva emesso una sentenza di non luogo a procedere perché l’imputato doveva essere espulso.
Il 10 ottobre 2014, dunque, Koleci era tornato in Albania, “diventando” il signor Terzetti, perché nel frattempo aveva sposato un’italiana originaria di Piobbico. Nell’aprile del 2015, però, è tornato di nuovo in Italia ed è stato arrestato con un complice, Indrit Sinani, per il furto di un televisore e un impianto stereo, del valore complessivo di 3.000 euro, dall’appartamento di un trentottenne di Urbino. Dopo quasi dieci anni, dunque, è arrivata la sentenza per il primo processo nel quale era imputato.
Il collegio, presieduto dal giudice Massimo Di Patria, ha condannato il Koleci anche alla pena accessoria di 1.200 euro di multa e all’interdizione dai pubblici uffici per i prossimi cinque anni. Escluse invece le aggravanti richieste dal pubblico ministero Irene Lilliu (sostituita oggi in udienza dalla dottoressa Elisabetta Catani).