di CHIARA UGOLINI
URBINO – I sindaci di Montecopiolo e Sassofeltrio esultano per l’approvazione, avvenuta ieri alla Camera, del disegno di legge sul passaggio dei due comuni dalle Marche all’Emilia-Romagna. 343 sì, 95 astenuti e un solo no, quello della deputata Pd Alessia Morani.
“Non siamo contro i marchigiani – dice il sindaco di Montecopiolo, Alfonso Lattanzi – ma negli ultimi 50 anni il territorio è stato gestito male”. “Io rispetto la volontà dei cittadini”, dice invece il primo cittadino di Sassofeltrio, Bruno Ciucci, facendo riferimento al referendum del 2007, in cui l’87,28% della popolazione decise per il cambio di regione.
Per la Morani, però, la secessione metterebbe a rischio i servizi dei comuni e il Tribunale di Urbino: “Non si dovrebbe tenere in considerazione un referendum vecchio di 12 anni”. “Si dovrebbe vergognare. Non doveva votare no – commenta Lattanzi – considerarsi al di sopra, mentre noi siamo trattati come cittadini di serie B”. “Non è la priorità del mio comune”, dice invece Ciucci, “i cittadini non si possono sacrificare per il Tribunale di Urbino”.
Il vero problema per Lattanzi non è il referendum, ma la tempestività dell’intervento nel territorio. “La colpa è della regione Marche e anche del Parlamento che hanno permesso che passassero 12 anni per mettere in pratica la volontà espressa nella consultazione diretta – e aggiunge – se si fossero preoccupati di risolvere i problemi prima, adesso non saremmo in questa situazione”. Motivo per cui, sostiene, sono diverse le coppie di giovani che hanno abbandonato la zona per trasferirsi in Romagna.
Per Ciucci, invece, i servizi scolastici non sono a rischio, ma la secessione permetterà di “ampliare ancora di più le possibilità. Gli alunni delle scuole medie dell’Istituto comprensivo di Mercatino Conca potranno continuare a frequentarlo anche dopo. Già adesso il 90% degli studenti del comune vanno alle scuole superiori della Romagna”.
Gli aspetti positivi, aggiunge il primo cittadino, coinvolgeranno anche l’ambito sanitario: “Non diciamo che la sanità delle Marche non va bene, il problema è che nel comune di Sassofeltrio non esiste. Per fare una mammografia – continua – l’indicazione è di andare a Fossombrone, Fano o Urbino. Mentre i servizi della Romagna sono a portata di mano e sono l’eccellenza”.
Dopo i sette comuni della Valmarecchia (Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant’Agata Feltria e Talamello) che nel 2009 lasciarono la regione Marche, toccherà ora al Senato, in una data ancora da stabilire, approvare o negare definitivamente l’abbandono degli altri due.