Giornate Fai di primavera. Bellezze da scoprire in provincia di Pesaro e Urbino – LA MAPPA DEI LUOGHI

Il Collegio Raffaello di Urbino
di NICOLETTA PETTINARI

URBINO – Il prossimo weekend tornano le giornate di primavera del Fai, il Fondo Ambiente Italiano. Per due giorni, sabato 23 e domenica 24 marzo (in alcuni casi anche venerdì 22), i luoghi inaccessibili nel resto dell’anno apriranno eccezionalmente al pubblico. Nelle Marche sono 81 i siti da scoprire, di cui 27 nella provincia di Pesaro e Urbino.

Urbino, capolavori a restauro

Qualche iniziativa speciale e due mete da segnare in agenda per l’itinerario “L’arte del restauro a Urbino”.

La prima è il Collegio Raffaello con i laboratori di restauro, dove gli studenti svolgono l’attività pratica sulle opere d’arte affidate alla scuola dalle istituzioni locali e private. Sabato e domenica si potrà vedere come si realizza questo lavoro così prezioso e minuzioso. Le visite saranno a cura degli studenti del corso di Conservazione e Restauro dei Beni Culturali.

La seconda riguarda Palazzo Albani, visitabile nelle giornate di venerdì e sabato, che ha dato i natali al pontefice Clemente XI e che costituisce un gioiello architettonico unico, diventato patrimonio dell’Università ‘Carlo Bo’. Prevista poi l’iniziativa speciale alla Gipsoteca alle ore 11 di sabato e domenica con la professoressa Anna Santucci. In più verrà proiettato un filmato sul tema. In programma anche laboratori di restauro come quello di Michele Papi, nella ex chiesa di San Paolo in via Saffi, della Ditta Bacchiocca che si occupa della pulitura delle statue e che esporrà nella Chiesa di San Francesco di Paola in via Mazzini e di Nino Pieri che ha restaurato la statua della Madonna della Misericordia, inserita nella mostra di Giovanni Santi a Palazzo Ducale.

Poker di visite a Fermignano

Il percorso “Fermignano nei secoli” consente di scoprire quattro posti suggestivi della storia fermignanese, dal Medioevo fino al Novecento.

L’abbazia di San Silvestro in Iscleto, lungo la strada tra Urbania e Fermignano, risalirebbe al 1185 secondo fonti documentate. Dell’antico complesso monastico resta oggi solo la cripta, coperta da una tettoia che poggia sui ruderi della vecchia chiesa, demolita negli anni Settanta dai precedenti proprietari. Sono presenti frammenti di sculture della prima metà del XII secolo.

La torre medievale, alta 24 metri, sorge su una delle sponde del ponte di epoca romana che attraversa il Metauro. La torre, la cui parte superiore è stata rimaneggiata nel 1400 dal duca Federico da Montefeltro, ebbe nel tempo diversi proprietari fino al momento dell’acquisto da parte del comune di Fermignano nel 1995.

La Chiesa di Santa Maria Maddalena, eretta intorno alla metà del XVIII secolo, fu consacrata nel 1774, anche se già dal XIII secolo esisteva un oratorio dedicato a Santa Maria Maddalena, che dovrebbe corrispondere all’attuale sacrestia. Il nuovo edificio fu finanziato dal nobile urbinate Carlo Antonio Viti Antaldi in memoria della moglie Maria Cristina Bonaventura, morta prematuramente nel 1750 e proprietaria dell’oratorio.

Al XIX secolo risalgono il mattatoio e il lavatoio, costruiti sullo stesso edificio. Il primo è rimasto attivo fino al secondo dopoguerra ed è stato restaurato negli anni Novanta, entrando a far parte del Museo dell’Architettura. Il lavatoio fu realizzato invece per canalizzare una sorgente d’acqua proveniente dal monte Asdrubalo.

Pesaro, dall’antica Roma a “The Guardian” 

Nella città rossiniana spicca la visita all’Acquedotto Romano, per secoli la principale fonte di approvvigionamento idrico di Pesaro, che si estendeva nel sottosuolo per dieci chilometri dalla sorgente di Novilara fino a piazza del Popolo. Nei primi decenni del XX secolo, con la realizzazione del nuovo sistema idrico, l’acquedotto perse la sua centralità e nel 1972 se ne decise la chiusura. Solo alla fine degli anni Ottanta vennero nuovamente accesi i riflettori sul sito e fu incentivato uno studio sistematico.

Ma c’è spazio anche una passeggiata al borgo di Fiorenzuola di Focara, terrazza sul mare che offre al pubblico un panorama mozzafiato. La scorsa settimana il quotidiano britannico The Guardian ha inserito la spiaggia della cittadina tra le 40 più belle d’Europa. Durante le giornate del Fai, verrà aperta ai visitatori la canonica della chiesa di Sant’Andrea, crollata a mare dopo il terremoto del 1916 e di cui rimane il campanile, recentemente restaurato e identificato come simbolo di Fiorenzuola di Focara. Gli iscritti al Fondo Ambiente Italiano potranno poi godersi il giardino di Casa Busi, luogo altrimenti privato.

Fano tra scenari mistici, militari e di potere

La Chiesa e il Convento di San Francesco risalgono al XIII-XIV secolo. Il convento fu ricostruito nel 1700, secondo alcuni studiosi il progetto fu di Luigi Vanvitelli, l’architetto della Reggia di Caserta. Anche la chiesa medievale fu ricostruita e adattata, nel 1800, allo stile neoclassico dall’architetto Arcangelo Innocenzi. Il terremoto del 1930 la lesionò e fu necessario abbatterne la copertura: ancora oggi infatti l’edificio si presenta come una grande costruzione a cielo aperto.

La Caserma Paolini, costruita agli inizi del Novecento, è situata al centro di Fano. Dopo la chiusura, avvenuta il 18 settembre 2000, è stata abbandonata, nonostante le reiterate e dibattute ipotesi di diverso utilizzo. Seguendo l’itinerario “L’evoluzione dell’esercito” si potrà visitare la caserma con gli ‘apprendisti ciceroni’ delle scuole medie  “Gandiglio e Padalino”, del liceo scientifico “Torelli” e del polo scolastico “Nolfi-Apolloni”.

Il Palazzo del Podestà, ora Teatro della Fortuna, è stato edificato in epoca medievale, al tempo della rivalità tra le famiglie Del Cassero e Da Carignano. Nell’Ottocento fu ribattezzato “Palazzo della Ragione” e fu costruito al suo interno il Teatro della Fortuna. In un locale sotto la platea sono ancora visibili i resti di pavimentazioni romane a mosaico.

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