di NICCOLÒ SEVERINI
URBINO – Il motore di Luca Marini si è acceso il 10 agosto del 1997 a Urbino. Ha il Dna del campione: mamma Stefania Palma, diciotto anni prima, aveva dato alla luce il suo fratellastro, Valentino Rossi. Mentre Marini nasceva, il numero 46 vinceva tre delle undici gare che, nella seconda stagione da professionista, lo hanno incoronato campione del mondo della classe 125.
Nel 2013, a 16 anni, tocca a Marini esordire con le 125, come il fratellastro Valentino. Oggi si chiama Moto3, ma la cilindrata è rimasta la stessa. Nonostante la differenza di età e di epoche motociclistiche Marini si sente molto legato a Rossi: “Crescendo, questo scarto di anni si è assottigliato e grazie agli stessi interessi è praticamente scomparso”.
La partenza
Luca Marini è nato a Urbino ma ha sempre vissuto a Tavullia: “Ma sono molto legato alla città ducale – racconta – i miei nonni abitano ancora lì. Mi piace tornare e quando non sono in giro per il mondo a correre vado sempre a trovarli”. Proprio a Tavullia Luca ha aperto il gas la prima volta all’età di cinque anni: “Ho visto dei bambini che giravano con le mini moto. Chiesi subito ai miei genitori di farmele provare. Ero troppo curioso. E da quel giorno non sono più sceso e ho capito l’amore che mi lega a questo sport”.
Poi è suo fratello Valentino a indicargli la strada quando ha 18 anni. Nel dicembre 2015, fonda la squadra che porta il suo nome e il suo numero: la Sky racing team VR46. Per il 2016, decide di pescare dalla sua Academy di giovani piloti. È così che Valentino chiama anche Luca in sella alle sue moto: “Dai che quest’anno ci divertiamo”, gli dice. L’esordio del nuovo team in Qatar si conclude con il decimo posto di Marini, dopo un incidente delle qualifiche del Gran premio.
“È un’emozione unica correre per mio fratello. Mi ha dato e mi dà la grande chance di mettermi alla prova. Per me è uno dei team migliori, non solo in Moto2, ma in tutto il paddock di MotoGP e Moto3”.
Salgono i giri
Per Luca il 2018 è la prima stagione a tutto gas. Ad agosto, per il suo compleanno, Marini si regala il primo podio sul circuito del Sachsenring, in Germania, festeggiato in famiglia con il secondo posto di Rossi in MotoGP. La settimana successiva, a Brno (Repubblica Ceca), va ancora meglio: prima pole position e il primo secondo posto in carriera. Il 12 agosto è ancora gradino più basso sul Red Bull Ring a Spielberg, in Austria e, a ottobre, bissa il secondo posto nel Gran premio thailandese. La vera gioia delle tappe asiatiche deve ancora arrivare.
Il 4 novembre a Sepang, in Malesia, vince la sua prima gara nel motomondiale a 21 anni. “Se continua ad andare così forte mi devo preoccupare – scherza Rossi – rischia di rovinare il nostro rapporto”. Marini però non si è montato la testa: “Per preparare gare del genere serve tanta palestra, ma soprattutto ore e ore di riunioni con i tecnici per studiare al meglio le caratteristiche del tracciato. Il giovedì del weekend di gara è fondamentale per mettere a punto tutti i dettagli. Secondo me è questo che fa la differenza nel nostro team”.
A tutto gas
Confermato per la nuova stagione 2019 – inaugurata in Qatar con un ottavo posto, dopo il quarto tempo nelle qualifiche – Luca è oggi uno dei piloti di punta della Sky VR46 e cercherà di mettere le ruote davanti a tutti già da domenica 31 marzo sul circuito di Termas de Rio Hondo in Argentina.
La benzina che riempie il suo serbatoio è il talento, l’iniettore che accende il motore è Valentino. “Voglio ottenere ancora tante altre vittorie in Moto2 e migliorare il mio stile di guida. Ma soprattutto voglio crescere come pilota e arricchire la mia persona”, dice Marini. E ha lanciato la sfida a Rossi per il suo compleanno: “Dai Vale, corri ancora! Poi quando ti batto io puoi andare in pensione”.
Nel 2009, Rossi scriveva che gallina vecchia fa buon brodo dopo la vittoria del nono mondiale, chissà cosa può fare un giovane pulcino.