di LINDA CAGLIONI
URBINO – Adottare una comunicazione più incisiva per assumere uno sguardo orientato al mondo. È il fulcro della tavola rotonda “Un’impresa da raccontare. L’azienda che si fa ri-conoscere” che si è svolta nella sede dell’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino con la partecipazione dei rappresentanti della Biesse Group, realtà di Pesaro leader mondiale nella produzione di tecnologie per la lavorazione del legno, pietra, metalli, i docenti della scuola e giornalisti delle maggiori testate nazionali.
Un’occasione per gettare un cono di luce sugli interrogativi e sulle potenzialità di un linguaggio che parla di e per l’impresa.
“Alla base di questo incontro tra l’azienda Biesse e l’Istituto di formazione al giornalismo c’è un elemento che accomuna le due realtà: entrambe sono eccellenze locali, che hanno però saputo coltivare un interesse rivolto al mondo – ha detto la direttrice della scuola Lella Mazzoli – la Biesse Group crede nei nostri giornalisti praticanti e si rivolge al nostro istituto per scoprire come poter essere più invasivi nella comunicazione”.
L’iniziativa, oltre alla comunicazione di impresa, ha visto al centro del dibattito le diverse declinazioni di giornalismo, oggi più che mai legato alle logiche del social networking ma comunque ancorato ai tradizionali canoni di informazione.
Tra gli ospiti Alessandra Parpajola, membro del cda di Biesse group: “L’azienda deve orientare i suoi interessi non solo seguendo la logica del profitto, ma anche considerando altri attori sociali, intrecciando relazioni di reciprocità all’interno del territorio in cui opera – ha spiegato – noi di Biesse negli ultimi anni abbiamo cambiato la sua strategia di marketing: abbiamo ridotto la partecipazione a fiere minori, puntando a invitare i clienti a essere presenti nei nostri campus aziendali, per creare un rapporto fiduciario con la nostra impresa”.
La Biesse Group è una realtà ben sedimentata sul territorio, che festeggia quest’anno mezzo secolo di esperienza sulla scena internazionale nella lavorazione di legno e altri materiali.
L’azienda nasce nel 1969 e da allora è stata caratterizzata da grandi investimenti nell’innovazione che hanno permesso al gruppo di posizionarsi tra i primi tre player mondiali nella progettazione e nella produzione di macchine pensate per la seconda lavorazione del legno, del vetro, della pietra.
Anche Roberto Selci è intervenuto alla tavola rotonda: “Siamo all’inizio della quarta rivoluzione industriale, le aziende dovranno comunicare in modo diverso e adattarsi alle nuove tecnologie”. E ai microfoni del Ducato spiega: “Abbiamo bisogno di attrarre giovani con le nuove tecnologie digitali. Soprattuto i neo neolaurati in elettronica e informatica. Loro sono nati con questi strumenti, per loro è un modo naturale di essere”.
Ma l’espansione di un brand non può prescindere dall’adozione di formule per raccontare e trasmettere al meglio le proprie qualità, come precisa Raphael Prati, responsabile marketing e comunicazione del gruppo. “Per noi è importante inaugurare una nuova strategia di comunicazione, che punti a raggiungere un pubblico sempre più vasto. Adottare questo approccio rappresenta per noi nuova sfida”.
Una sfida che è sempre più urgente affrontare, anche alla luce del fatto che “più che la qualità del prodotto, oggi conta la reputazione dell’azienda. Che viene trasmessa anche e soprattutto attraverso i canali dell’informazione” ha detto Dino Pesole (guarda l’intervista video), giornalista de Il Sole 24 ore che ha partecipato alla tavola rotonda insieme ad altri protagonisti della comunicazione, tra cui Giampaolo Colletti (Audience & Content Manager in Sanofi Italia), Roberto Fiaccarini (Il Resto del Carlino Pesaro, Giampiero Gramaglia (direttore dei corsi e delle testate Ifg), Guido Maurino (RaI Tgr Marche), Annalisa Monfreda (Donna Moderna e Starbene), Giuseppe Perrelli (Radio Capital), Carmen Santoro (Radio1 Rai), Silvia Vanini (Biesse Group) e Maria Cristina Benedetti (Corriere Adriatico).
Anche il rettore dell’Università Vilberto Stocchi era presente in piazza della Repubblica, a palazzo Albani, sede dell’Ifg. “Indagare il fil rouge che unisce il mondo delle aziende a quello della comunicazione è fondamentale. E siamo grati all’attenzione che la Biesse group riserva a una realtà consolidata come la scuola di giornalismo di Urbino”.