di FRANCESCA DE MARTINO

URBINO – Il bianco da settembre a dicembre, il nero per tutto l’inverno e lo “scorzone” d’estate. Il tartufo è uno dei prodotti più pregiati delle colline marchigiane, la ‘caccia’ al tubero è aperta molti mesi all’anno ma non dovrà essere più solo un prodotto stagionale, potrà essere apprezzato in tutte le stagioni e conosciuto nel mondo grazie alle iniziative di esperti del settore. Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità la proposta di legge sulla promozione del tartufo avanzata dal consigliere Federico Talè. Si tratta del “Tavolo permanente di filiera sul tartufo” che avrà il compito di valorizzarne la produzione regionale: unendo le forze dei diversi comuni come Acqualagna e Sant’Angelo in Vado, ognuno con una sua fiera e degli operatori economici come albergatori e ristoratori.

Il tartufo tutto l’anno

“Il progetto/brand si chiama ‘Tartufo tutto l’anno nelle Marche’ perché nella nostra regione non si produce solo il famoso tartufo bianco della zona del Montefeltro da settembre a dicembre – dice al Ducato il consigliere Talè – ma anche quello nero nella zona del Piceno. Il nostro obiettivo è fare leva sulla stagionalità delle diverse tipologie”.

“Un euro di tartufo lamellato nel piatto ne genera almeno 20 di ricaduta sul territorio con la ristorazione, l’accoglienza, lo shopping, la fruizione delle iniziative culturali e l’acquisto di altri prodotti tipici – sottolinea il consigliere – è dunque importante una promozione mirata e coordinata del ‘mondo’ tartufo che vada al di là delle azioni messe in campo dai singoli comuni, coinvolgendo albergatori, operatori gastronomici ed esperti del settore per realizzare in concreto queste idee”. La stesura della proposta di legge era già partita nel 2017 in collaborazione con l”Accademia italiana del tartufo nel mondo’.

Il presidente dell’Accademia italiana del tartufo nel mondo, il marchigiano Giuseppe Cristini spiega al Ducato: “L’idea è nata con l’intento di unire le varie fiere che si svolgono tutto l’anno nella nostra regione per valorizzare la versatilità di questo prodotto. Mi riferisco a quelle che promuovono il tartufo bianco pregiato e il nero invernale. Ad esempio è bello pensare di promuovere lo ‘scorzone’ pregiato d’estate perché si sposa perfettamente con i pesci dell’Adriatico”.

“Unire le città del tartufo”

In merito alle idee che faranno parte del Tavolo di filiera: “Il mio auspicio è unire le città del tartufo e superare le rivalità come, per esempio, quelle tra Acqualagna e Sant’Angelo in Vado – precisa Cristini – vorremmo creare un Festival del tartufo marchigiano che copra il periodo dal 15 novembre al 24 dicembre, quando termina la fiera di Acqualagna, per far rimanere accesi i riflettori sul tartufo bianco anche in quel periodo perché ancora in piena lavorazione”.

“Per diventare internazionali dialogheremo con Alba, bandiera piemontese del tartufo e già partner dell’Accademia”, aggiunge il presidente dell’Accademia Cristini.

Ma l’obiettivo del tavolo di promozione del tartufo si rivolge anche al tartufo nero del Piceno, meno pubblicizzato rispetto al bianco: “È tra i più pregiati al mondo e mi preme molto la sua diffusione perché è una nostra prerogativa un ritorno all’enogastronomia nelle zone del cratere”, conclude Cristini.

Il ‘Tavolo permanente di filiera’ sarà costituito dall’assessore competente o da un suo delegato; da un rappresentante dell’Accademia Italiana del Tartufo; due rappresentanti delle associazioni agricole; uno delle associazioni dei tartufai; uno delle associazioni dei tartuficoltori; un giornalista; due rappresentanti delle associazioni di categoria del commercio; un rappresentante dell’Anci (Associazione nazionale comuni italiani) e uno dell’Uncem (Unione nazionale comuni, comunità, enti montani); oltre ad un rappresentante dell’associazione nazionale ‘Città del Tartufo’, di cui fanno parte tra gli altri i comuni di Acqualagna, Apecchio, Pergola e Sant’Angelo in Vado.