di FRANCESCA DE MARTINO
URBINO – Un’immersione nella fisica e nella matematica con una guida d’eccezione: tra cannocchiali e pendoli, manuali scientifici del rinascimento e pannelli interattivi il visitatore può calarsi nel mondo che ispirò il genio di Leonardo da Vinci e, con lui, toccare con mano gli esperimenti e gli studi fisici e matematici realizzati nel suo viaggio a Urbino nel 1502. E’ l’esperienza che si può fare visitando la mostra “Nel segno di Leonardo” in esposizione a Palazzo Ducale fino al 10 maggio. Un modo per celebrare lo scienziato e artista toscano che soggiornò a Urbino al seguito di Cesare Borgia detto “il Valentino” per ispezionare luoghi e fortezze.
Ma questa esposizione ha anche l’obiettivo di riaccendere i riflettori sulle sperimentazioni matematiche e scientifiche dal Rinascimento fino ai giorni nostri. Il percorso si sviluppa lungo i tre lati delle soprallogge del piano nobile di Palazzo Ducale. L’ala di apertura è dedicata all’universo matematico-scientifico del XV e XVI secolo che vide la città ducale un vero e proprio centro europeo di studi matematici e fisici frequentato da artisti, architetti e ingegneri. A testimoniare il periodo florido di Urbino come città simbolo delle scienze matematiche e meccaniche sono i corridoi della prima sezione: a essere esposti gli esperimenti di Francesco Di Giorgio Martini realizzati per il duca Federico Da Montefeltro come il “Fregio dell’arte e della Guerra Panoplia”, riproduzioni di opere di Leonardo come l'”Uomo Vitruviano” di Andrea Neri e la Briccola di Pietro Barsotti ossia una macchina con due contrappesi oscillanti disegnata anche da Leonardo. Proseguendo si può ammirare la riproduzione interattiva dell’opera “La città ideale”, conservata nella Galleria Nazionale delle Marche, attraverso l’app della mostra: passando il proprio smartphone collegato all’app sopra una planimetria della città ideale se ne potrà vedere sullo schermo una riproduzione ricostruita dai ragazzi dell’ITIS Mattei.
[aesop_gallery id=”270631″]Appena si entra nel grande salone del Trono del palazzo l’attenzione viene catturata da pendoli tra cui uno attaccato al soffitto che riproduce l’esperienza di Focault e rumori provenienti da tavole oscillanti con metronomi sincronizzati, utilizzati nella pratica musicale per scandire il tempo, che mostrano la “risonanza”. Si tratta di esperienze scientifiche che fanno parte delle altre due tappe della mostra e che raccontano gli studi scientifici realizzati dal XVII secolo fino ai giorni nostri. A concludere l’esposizione gli studi sulle onde gravitazionali realizzate da un gruppo di ricercatori dell’Università di Urbino: maneggiando strumenti intuitivi anche i meno esperti del settore potranno capire la tecnica interferometrica e visualizzare su un telo elastico la propagazione delle onde stesse, sensibili a ogni piccolo movimento.
A guidare gli osservatori saranno due classi dell’ITIS E. Mattei di Urbino nell’ambito di un progetto P.O.N in collaborazione con l’Università di Urbino “Carlo Bo” e l’Istituto della Scienza e della Tecnica che ha fornito tutti gli strumenti in esposizione nella mostra. Gli studenti sono a disposizione delle scolaresche durante il percorso espositivo, aperto al pubblico tutti i giorni dalle 9,30 alle 13,00 e dalle 14,00 alle 17,00.