di GIACOMO PULETTI
URBINO – Il valico di Bocca Trabaria, chiuso nella zona del tratto umbro del comune di San Giustino e quello marchigiano di Borgo Pace, è ormai prossimo alla riapertura. Tuttavia, a oltre un anno dalla chiusura della 73 bis e dopo due riaperture annunciate e non concretizzate, la dialettica tra Anas, associazioni di categoria e amministratori locali è sempre più alta.
“Entro metà maggio – spiega Anas al Ducato – prevediamo di riaprire il valico di Bocca Trabaria a senso unico alternato, in attesa di terminare il completamento delle barriere laterali, che verrà effettuato in 2/3 settimane”.
La carreggiata è stata completamente chiusa al traffico il 15 marzo 2018, dopo che la società, proprietaria del tratto stradale, aveva rilevato i primi segnali di dissesto del terreno. Poche ore più tardi la frana si è concretizzata, provocando il collasso verso valle di una parte del versante montuoso e del manto stradale.
Dopo le verifiche tecniche e le procedure di affidamento dei lavori, il cantiere è partito nei primi giorni di luglio. Allora si ipotizzava di chiudere prima del periodo invernale.
“L’opera di intervento si è da subito sviluppata in due aspetti – continua Anas – dapprima abbiamo consolidato il versante e questo ha impiegato la maggior parte del tempo, mentre ora stiamo procedendo a ricostruire il tratto di strada vero e proprio”.
Circa 200 “micropali”, ovvero tubi lunghi 15-20 metri riempiti di calcestruzzo, sono stati usati per mettere in sicurezza il versante, ma quando i lavori stavano procedendo spediti, la sorpresa: il ritrovamento, nel mese di agosto, di numerosi ordigni bellici nel terreno risalenti alla Seconda guerra mondiale.
“Di conseguenza – spiega ancora la società – si è proceduto alla bonifica bellica di tutta la zona, che consiste nella supervisione palmo a palmo tramite particolari metal detector sotto la supervisione delle autorità militari”.
Il 26 novembre sono finalmente ricominciati i lavori. Ma dopo gli ordigni bellici è arrivato il “turno” del maltempo in un cantiere che si trova sopra ai mille metri. Quando la temperatura è sottozero, ad esempio, non si possono fare le gettate di calcestruzzo nei “micropali” e questo ha rallentato ulteriormente i tempi di rifacimento della carreggiata, ipotizzando un termine per aprile 2019. Nel frattempo, il tessuto economico e commerciale della zona ha continuato a subire danni.
“Riteniamo che Anas ci metta troppo tempo a fare i lavori – dice il direttore di Confcommercio Pesaro e Urbino/Marche Nord Amerigo Varotti – se davvero c’era la volontà di venire incontro alle amministrazioni locali, alle imprese e alle comunità della zona avrebbero messo più persone a lavorare. Per molti mesi in quel cantiere c’erano due gatti”.
Gran parte dei ristoranti della zona, infatti, lavoravano grazie agli automobilisti e ai camionisti che quotidianamente oltrepassavano il confine tra Marche e Umbria e viceversa.
“Per le città turistiche della nostra zona la mancanza del collegamento con l’Umbria ha generato danni pesanti – continua Varotti – a Sant’Angelo in Vado, ad esempio, la Domus del Mito ha subito una forte contrazione di visitatori nell’ultimo anno e anche per questo, se alcune amministrazioni locali vorranno aprire un contenzioso legale contro Anas, noi saremo dalla loro parte”.
Il direttore di Confcommercio si riferisce alla recente presa di posizione di Ettore Gabellini, giovane candidato sindaco di Borgo Pace, che ha ipotizzato di adire le vie legali contro la società in caso di vittoria alle elezioni comunali del 26 maggio.
La conferma dei disagi provocati dalla chiusura della strada arriva dallo stesso sindaco di Sant’Angelo in Vado Giannalberto Luzi, che sottolinea il vistoso calo di presenze, concentrato soprattutto durante la scorsa estate, indicato anche dall’ufficio turistico del comune.
“L’intera provincia di Pesaro e Urbino è rimasta completamente isolata rispetto a Umbria e Toscana – racconta Luzi – ma, anche dopo la riapertura, quella strada deve essere soltanto “turistica”, perché se continuerà ad essere percorsa dai mezzi pesanti potrebbero verificarsi altri smottamenti”. Il primo cittadino illustra al Ducato la situazione del manto stradale della statale 73 bis, riportando le preoccupazioni sulla possibilità di nuove frane.
Per questo motivo, secondo il sindaco la Regione Marche dovrebbe adoperarsi per completare in tempi ragionevoli la cosiddetta “Fano-Grosseto”, che permetterebbe, tramite la galleria della “Guinza”, di velocizzare il collegamento tra Tirreno e Adriatico. Secondo la Provincia di Pesaro e Urbino, nella sezione marchigiana della strada è in esercizio soltanto il tratto Fano-Santo Stefano di Gaifa, mentre altre parti sono in fase di esecuzione lavori o oggetto di studio.
“Abbiamo 285 milioni da spendere, messi a disposizione dapprima dal governo di Matteo Renzi e poi dall’attuale esecutivo – conclude Luzi – Come possiamo collegare il rinascimento di Urbino a quello di Firenze, con la nostra viabilità in queste condizioni?”