di GIULIA CIANCAGLINI
URBINO – Mercoledì 8 maggio alle 21,15 al teatro Sanzio di Urbino 60 studenti dell’Istituto tecnico “Enrico Mattei” metteranno in scena Il diritto di sognare, uno spettacolo scritto e diretto dalla loro professoressa Sonia Giacomini. I giovani attori si esibiranno attraverso danza, musica e poesia, prendendo per mano gli spettatori e accompagnandoli dentro il sogno di un futuro mondo.
Il progetto didattico “Poesia e teatro – Esprimere se stessi insieme” è giunto al suo quinto anno, ma per la prima volta uno spettacolo scritto, organizzato e prodotto dalla scuola viene presentato sul palcoscenico del teatro urbinate. “L’idea nasce dal desiderio di rendere gli studenti dei protagonisti attivi della loro vita – dice la professoressa Giacomini – nella scuola prepariamo tanto i ragazzi al lavoro e alla carriera, ma spesso facciamo poco per insegnare loro realmente a riflettere su come dovrebbe essere il mondo che desiderano”.
Lo spettacolo è stato ispirato dalla lettura di uno testo dello scrittore uruguayano Eduardo Galeano: “Che direste se cominciassimo a praticare il mai proclamato diritto di sognare? Che direste se delirassimo per un istante? All’inizio del terzo millennio puntiamo lo sguardo verso l’infamia, per indovinare un altro mondo possibile. (…) In questo mondo semplice e fottuto, ogni notte sarà vissuta come se fosse l’ultima ed ogni giorno come se fosse il primo”.
A partire da questo testo, i ragazzi hanno scritto monologhi su diversi temi: natura, tecnologia, amore e libertà. La preparazione dello spettacolo ha coinvolto tanti insegnanti che hanno messo a disposizione anche le loro passioni extrascolastiche: il coordinamento musicale è stato curato da Giuseppe Filippini, le coreografie sono state realizzate con l’aiuto di Claudia Bianchi e Patrizia Tangini, gli studenti sono stati seguiti nella recitazione dai Giacomo Tarsi e Dino Arteconi, esperti di teatro ed attori amatoriali.
“Dov’è il fascino e la sfida in tutto ciò? – continua la professoressa regista – vedere sbocciare giovani e futuri tecnici, bravi non solamente quindi nel loro lavoro, ma anche ricchi di idee creative che li possano portare a fare arte”.