Urbino, il candidato Pd Mario Rosati presenta la sua squadra per le comunali

I candidati della lista di Mario Rosati
di MARIA LETIZIA CAMPARSI e ALICE POSSIDENTE

URBINO – Democrazia, confronto e apertura. Sono queste le parole chiave dei componenti della lista Pd di Mario Rosati per le elezioni comunali del 26 maggio prossimo. Nella sala degli Incisori del Collegio Raffaello, sabato 4 maggio, i candidati si sono presentati e hanno illustrato parte del programma. Molti i giovani e le donne, che vedono in Rosati il sindaco ideale. “Battere Gambini è l’obiettivo. E arrivare al ballottaggio lo scopo” è il pensiero condiviso dei candidati, che hanno preso la parola uno dopo l’altro per convincere i cittadini a votarli.

I candidati

Sabrina Bedetti è un’infermiera del settore emergenze nell’area vasta. “Lavoro da 30 anni e risento dei disagi – dice – c’è bisogno di migliorare la sanità. Per questo serve un progetto che rafforzi i servizi nel territorio, perché, soprattutto dopo la chiusura dei poli di Sassocorvaro e Cagli, tutti accedono ai servizi di Urbino. Per questo bisogna riuscire a migliorare ciò che abbiamo”.

Francesca Conte è un’ingegnere. Lavora a Palazzo ducale all’ufficio comunicazione e marketing. “Urbino ha una grande potenzialità: il turismo, che offre tesori e valori inestimabili”. Lo scopo è dialogare insieme con le istituzioni “per creare un messaggio univoco ‘Urbino città di Raffaello’, in Italia e nel mondo”. Per fare questo “servono logiche imprenditoriali: a partire dalla formazione del personale, passando per l’attenzione alla segnaletica, alla cura del sito web e dei social istituzionali. Serve un programma di iniziative ed eventi che attiri il flusso di turisti”.

Federico Marchetti, 44 anni, sposato e padre di una bambina. Lavora alla Benelli dove si occupa di organizzazione del lavoro e realizzazione di strutture logistiche. “Non era previsto che mi candidassi – ammette – il percorso all’interno del Pd è stato traumatico, ci sono stati momenti difficili ma siamo arrivati alla fine decidendo sempre nella maniera più democratica possibile. E alla fine non ho potuto tirarmi indietro”. Un motivo che l’ha spinto a candidarsi è la grave crisi demografica della città. “Nel giro di pochi anni perderemo il ruolo di leader che forse già adesso non abbiamo più – dice – bisogna convincere i giovani a non andarsene”.

Davide Balducci ha 28 anni e lavora come architetto. le sue proposte sono legate alla sua professione: “Urbino necessita in primo luogo di una rivalutazione urbanistica. Puntiamo a partenariati virtuosi tra il settore pubblico e quello privato”. Parlando del suo partito, poi, ammette: “Sono consapevole degli errori del PD e li voglio superare. Il nostro partito rimane il più forte baluardo della democrazia in Italia”.

Enrica Veterani lavora alla biblioteca universitaria, dopo essersi laureata nel settore alla Carlo Bo. È una scout da quando era bambina e ora è lei ad occuparsi dei più giovani. Il suo obiettivo è quello di fornire a Urbino una biblioteca civica, che ancora manca: “È un problema serio. I cittadini possono usare la biblioteca universitaria ma questa possiede libri che servono principalmente a studenti. I libri di una biblioteca civica sono altri. So che è ambizioso, ma lì si potrebbero fare anche molte attività per adulti e bambini”.

Sandra Crowther, si è sempre occupata di volontariato e associazionismo. “Le associazioni sono le prime antenne sul territorio, sono utili: basti pensare alla violenza sulle donne, alla ludopatia… L’associazionismo apre spazi di dibattito, è esercizio di democrazia. E questa sera stiamo usando la parola democrazia con emozione”.

Cristian Sanchioni ha 37 anni, si è laureato in lingue e ora è un insegnante di sostegno a Fossombrone. È originario del borgo di Canavaccio. e proprio sui borghi incentra la sua presentazione “Io e il mio partito vogliamo fare un assessorato per la partecipazione in ogni borgo. Inoltre – aggiunge – credo che sul turismo ci sia molto da fare. Abbiamo bisogno di un ufficio per ilturismo che funzioni, con del personale competente che lavori per la città”.

Carolina Borgiani è la più giovane del gruppo. Ha 25 anni, studia Giurisprudenza e vive a Castelcavallino con la famiglia. “Amo la mia città e la vorrei vedere al meglio”, dice. Immagina un’Urbino “che sia protagonista e capace di affacciarsi al futuro”. Per questo, nel programma, è prevista la creazione di un Ufficio Europa, un ufficio innovazione per l’individuazione di risorse europee da investire in città. “Perché è importante l’avvicinamento dei cittadini non solo al Comune ma a tutti gli enti territoriali”.

Giorgio Ubaldi ringrazia la forza di spirito dei giovani del suo partito: “Non dovevo essere qui ma con questi ragazzi ho ritrovato l’entusiasmo di impegnarmi per la mia città, che negli ultimi anni si è ingrigita. Si è intristita anche la gente, i momenti di ritrovo sono sempre di meno. Questa città ha bisogno di gente nuova, è la gente che ce lo chiede. Vogliamo puntare al futuro”.

Gabriele Damia Paciarini, 45 anni, tecnico al Centro linguistico di ateneo e da circa tre anni coordinatore di circolo PD. È di Gadana, ma vicende familiari lo hanno avvicinato a Urbino. I borghi e l’espansione della città al di fuori delle mura sono le sue prime preoccupazioni e “il dialogo è l’unico strumento per creare una comunità allargata e per diminuire le distanze tra centro e periferia”.

Maria Domenica Ricci, 47 anni, barista. Vive a Urbino da otto anni, ma ha studiato qui e ha sempre svolto attività che la mettono a contatto con il pubblico. “Il mio obiettivo è fare politica partendo da partecipazione, coinvolgimento e ascolto, il che non è una cosa scontata”. Del partito apprezza l’importanza data al lavoro, perché senza lavoro “il rinnovamento non è possibile”. Lei che vive a Canavaccio guarda alla città nella sua interezza, sottolineando l’importanza dei borghi. “Canavaccio – afferma – negli ultimi tempi ha risentito molto del decentramento”.

Allla presentazione mancavano quattro dei 16 candidati consiglieri: Stefano Raia, Stefano Caffarri, Matteo Furlani e Marco Serafini.

Il candidato a sindaco Mario Rosati ha concluso la presentazione con un breve discorso per trasmettere l’idea che anima la propria coalizione. “Non abbiamo avuto problemi di quote rosa o di mancanza di giovani, perché qui erano nettamente la maggioranza”. Parlando del lavoro ha aggiunto: “Vogliamo agire con una spinta di innovazione in tutti gli ambiti: commercio, turismo, cultura ma anche agricoltura e artigianato. Serve costruire un’organizzazione interna efficace che dia risposte veloci e adeguate ai cittadini, per questo pensiamo di rimettere mano all’Ufficio relazioni con il pubblico e attuare un processo di semplificazione e digitalizzazione”. Rosati ha poi concluso dicendo: “Possiamo continuare ad incontrarci, sarà un’amministrazione aperta e partecipata anche se richiederà un impegno forte. Il mio motto è ‘chi fa politica deve servire la politica e non servirsi della politica’”.

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