di CLARISSA CANCELLI
URBINO – Parlare di Piero della Francesca sorseggiando il Bianchello del Metauro significa esplorare i concetti di bellezza e armonia, intesi come misura e proporzione dai maestri rinascimentali. A spiegarlo è lo storico dell’arte e degustatore Armando Castagno, in occasione del 50° anniversario dalla istituzione della DOC per il vino bianco marchigiano, mentre alle sue spalle scorrono le immagini dei capolavori del pittore di Sansepolcro come il Polittico della Madonna della Misericordia o il Sigismondo Pandolfo Malatesta in preghiera.
Domenica 5 maggio la “Staffetta del Bianchello”, ideata dalla compianta sommelier Sara Bracci (scomparsa prematuramente a maggio 2018), ha celebrato l’evento al Palazzo Ducale di Urbino, dove si è tenuta la tappa numero zero, che ha inaugurato il progetto basato su una serie di incontri in 19 cantine della provincia durante tutta l’estate. Presenti all’incontro il presidente Ais Marche (Associazione italiana Sommelier) Stefano Isidori , la presidente dell’Associazione Culturale “Camminando sui tuoi passi” Anna Bracci e il delegato dell’Associazione Sommelier delle Marche Raffaele Papi.
Piero della Francesca nella proporzione del vino
“Di tutte le cose che possono capitare in una vita, oggi eccone una che mai avrei creduto possibile: parlare di Piero della Francesca dentro il Palazzo Ducale di Urbino. Tremano le gambe, ma ormai non posso più scappare”. Armando Castagno ha aperto così il suo intervento dal titolo “Il senso della misura. Il lascito di Piero della Francesca è la proporzione nel vino”, consapevole del suo compito: cercare di immergere l’opera dell’artista o “quel poco che ne sappiamo e che ne è rimasto” nel mondo del vino.
“Penso che il vino sia il fulcro di un sistema di culture materiali. Altrimenti non me ne occuperei, io sono uno storico dell’arte. Ma sono anche un appassionato di vini – continua lo storico d’arte- Io cerco di contemperare, di trovare un comune denominatore tra questi due mondi. Perché un piccolo denominatore c’è. Non vi nascondo che introdurre il Bianchello del Metauro con l’opera somma, assoluta ed eterna di Piero porta con sé qualcosa che tanta gente potrebbe considerare blasfema. E parlare di arte a questi livelli e poi procedere con la degustazione di un vino bianco, in ambienti universitari, verrebbe vista come una cosa kitsch. In realtà trovo anacronistico oltre che sbagliato questo atteggiamento snobistico”.
Secondo Armando Castagno, così come le opere artistiche, anche il vino si presta a infinite interpretazioni. E proprio al gusto del vino possono essere applicati i fondamenti teorici del Rinascimento solitamente destinati all’arte: misura prospettica, armonia, bellezza e regola. La luminosità, la misura, la purezza e la gradualità sono qualità insite nelle opere di Piero della Francesca, ma per il critico d’arte sono riscontrabili anche nell’enologia.
Chi era Sara Bracci
Nell’incontro si è dato spazio anche alla commemorazione di Sara Bracci, sorella della presidente dell’associazione, a lei dedicata, “Camminando sui tuoi passi” Anna Bracci e compagna di Raffaele Papi, morta il 30 maggio 2018, dopo un incidente stradale. Sara era ambasciatrice territoriale dell’enogastronomia, sommelier nella Delegazione Ais Urbino-Montefeltro e degustatrice ufficiale Aiscui.
Dalla sua tesi per il master in “Enogastronomia e ospitalità” dell’Università di Bologna è nato il progetto “La Staffetta del Bianchello”. Mentre “L’Altra Staffetta” nasce nel 2018 come progetto parallelo. “Promuovere un territorio è scendere in campo in prima persona in maniera nuova e diretta: prendere consapevolezza di un luogo significa conoscerlo da vicino andando a percorrerlo e a scoprirlo nei suoi aspetti più segreti e meravigliosi e allo stesso tempio semplici e autentici” ha scritto Sara nella sua tesi “La Staffetta del Bianchello: un’idea in un cammino”.