di LUCA GASPERONI
URBINO – Dello stesso partito ma con opinioni contrastanti. Scomparsi i manifesti della gaffe geografica, le sezioni della Lega di Urbino e quella di Città di Castello (PG) non hanno una versione ufficiale e si scaricano la responsabilità a vicenda. Al centro ci sono ricostruzioni differenti sui “colpevoli” del gesto e sulle conseguenze dell’azione: i primi lasciano filtrare irritazione, mentre i secondi minimizzano l’accaduto.
Il fatto, arrivato anche alle cronache nazionali, è quello accaduto sabato 11 maggio, quando Urbino, a due settimane dal voto, si è svegliata con affissioni del Carroccio letteralmente “fuori luogo”: manifesti elettorali con scritto “L’Umbria vota Lega”, con Matteo Salvini insieme alla candidata per la circoscrizione del Centro Italia, che comprende anche le Marche, Francesca Peppucci. Le foto, pubblicate online da Anna Rita Leonardi del PD e rilanciate dalla deputata democratica Alessia Morani, sono poi diventate virali.
Secondo il portavoce della Lega nella città ducale, Federico Cangini: “Venerdì scorso due soggetti non autorizzati provenienti dall’Umbria hanno collocato i manifesti. Noi lo abbiamo scoperto il giorno dopo, non ne sapevamo niente. Sono venuti per fare campagna elettorale per una propria candidata alle europee senza avvertire nessuno, è questo il problema”.
Ma Valerio Mancini, capogruppo del Consiglio comunale di Città di Castello e vicepresidente dell’assemblea legislativa, non è d’accordo e ridimensiona il caso: “Può succedere che un rotolo di un manifesto finisca nel furgono sbagliato, un semplice errore. È uno scandalo?”.
Nulla di grave, ovviamente, ma la Lega di Urbino, una delle liste in appoggio del sindaco uscente Maurizio Gambini, avrebbe volentieri evitato un passo falso di questo genere, con le elezioni comunali alle porte.
“Il caso è esploso per mera e misera campagna elettorale” – spiega Cangini – “noi non abbiamo colpe, l’ignoranza non è degli esponenti del partito a Urbino. Queste due persone non autorizzate sono venute e hanno creato un problema, perché adesso c’è da recuperare l’immagine. Ci hanno provocato un danno”.
Dal lato umbro invece si butta acqua sul fuoco: “Si offendono di cosa? La politica non giudica questo tipo di cose, non importa” – dice il consigliere comunale di Città di Castello – “per quanto riguarda invece le elezioni europee c’è un unico collegio per il Centro Italia, Marche o Umbria è uguale, non c’è nessun tipo di invasione. L’importante è votare Lega.”
L’impressione, a leggere le opposte dichiarazioni, è che ci sia stata scarsa comunicazione tra le due parti. Secondo il portavoce leghista di Urbino invece tutto è stato chiarito: “Abbiamo chiesto spiegazioni alla segreteria provinciale umbra: ci hanno detto che verranno presi provvedimenti nei confronti dei due militanti, penso che verranno espulsi dal partito”.
Mancini non sembra esserne al corrente: “Ma provvedimenti di cosa? Hanno sbagliato, sicuramente. C’è una certa difficoltà nel produrre il materiale elettorale e distribuirlo, può capitare un errore”. Tanto da non sapere neanche, a suo dire, i nomi dei presunti colpevoli.
Molto strano visto che per l’urbinate Cangini: “Il nostro coordinatore ha segnalato tutto al segretario provinciale umbro, sapeva chi era venuto qua ma non ha fatto nomi”.
Insomma, le ricostruzioni non sembrano in nessun modo coincidere: tra le segreterie delle due regioni confinanti, evidentemente, non c’è un dialogo efficace.
In chiusura però il leghista Mancini mescola le carte e rilancia: ” Umbria e Marche sono così vicine: il Duca di Montefeltro ha costruito nel 1506 Palazzo Vitelli-Bufalini qui in città, Urbino è nel cuore di tutti i cittadini di Città di Castello”.