di LUCA GASPERONI
URBINO – Al tribunale di Urbino, quattro anni dopo l’avvio dell’operazione “Watussi”, continua il processo nei confronti di Giancarlo Sacchi, Enrica Sacchi e Carlo Carciani per il reato di associazione a delinquere durante la gestione della squadra di pallavolo femminile Robur Tiboni Urbino Volley dal 2008 al 2012.
Le accuse vanno dalla dichiarazione fraudolenta, al falso, per finire all’emissione di fatture per operazioni inesistenti: secondo la relazione del teste Alberto Savelli, maresciallo della Guardia di Finanza di Urbino, tutto era finalizzato a rimborsare le ditte che sponsorizzavano la squadra e a pagare compensi in nero.
La scoperta del sistema che sarebbe stato messo in piedi dal presidente della società Sacchi, è avvenuta dopo aver seguito la movimentazione bancaria e aver analizzato i rendiconti della società, caratterizzati da una grossa sproporzione tra le buone entrate e le scarse uscite. Non era un caso: i soldi infatti venivano spostati in una “cassa comune” da cui uscivano in contanti per pagamenti e rimborsi.
A questo probabilmente si aggiungevano fatture, né registrate né conservate, per dichiarazioni inesistenti e una serie di documenti contabili prontamente fatti sparire. Decisiva, in questo caso, è stata la scoperta nell’abitazione del segretario della società, del registro con tutte le uscite fino al 2011.
Una triste parabola quella della squadra di pallavolo femminile di Urbino: 8 anni fa giocava in A1 e vinceva la coppa CEV, oggi vede il proprietario e la figlia sul banco degli imputati con l’accusa di aver regolarmente venduto spazi pubblicitari a prezzi gonfiati per poi restituire parte dei soldi.
Nel 2015, al termine della stagione in A2, la Robur Tiboni era stata punita dalla Fipav, Federizione Italiana Pallavolo con 5 punti di penalizzazione e una multa di settemila euro. Sanzioni che, insieme alle sempre maggiori difficoltà economiche del proprietario, da allora ne avevano decretato la scomparsa dal panorama sportivo.
Il prossimo capitolo del processo è previsto per il 17 luglio a mezzogiorno, quando ci sarà il controesame delle difese degli imputati, in attesa di una sentenza.