di GIACOMO PULETTI, servizio tv di FILIPPO CAMPO ANTICO
URBINO – Chi non si forma, si ferma. E nella corsa a produrre gelato, Stefano Versace è certamente davanti a tutti. L’imprenditore è stato il protagonista dell’evento “Food business 2.0: il Made in Italy nel mondo”, organizzato da Urbino Contamination Community, associazione studentesca nata con l’obiettivo di promuovere l’imprenditorialità oltre le mura della Carlo Bo, con il patrocinio dell’università degli studi di Urbino.
Laureato in scienze politiche a Macerata, Versace aveva un ristorante di cucina sudamericana con la moglie venezuelana in via Mazzini, ma nel 2014, dopo una multa per non aver esposto il cartello “vietato fumare”. Così ha deciso di emigrare negli Stati Uniti e, nel giro di cinque anni, ha aperto 31 gelaterie, ma prevede di arrivare a 200 entro il 2022.
“Sono partito da questa città, ma quando sono emigrato negli Stati Uniti ho capito che non è il territorio che cambia le cose, ma il metodo di lavoro“, dice Versace dispensando consigli ai tanti studenti e commercianti presenti nell’aula rossa di palazzo Battiferri. Un metodo di gestione di un’impresa che si impara soltanto con l’esperienza diretta, acquisita dopo anni di studio delle strategie di marketing di “quelli che avevano la fila” (fuori dal negozio ndr).
La differenza principale nel fare successo è nel significato di pubblicità e marketing. “Pubblicità significa far sapere che ci sei – spiega Versace, il suo è stato premiato nel 2014 come miglior gelato degli Stati Uniti – marketing invece significa occupare un posto nel cervello dei potenziali clienti”. Per farlo, occorre studiare ed essere competenti, non solo attraverso gli atenei.
Se fino a qualche decennio fa, infatti, l’università era la depositaria della conoscenza e i laureati ottenevano i posti di lavoro migliori, oggi il mondo è sempre più veloce, e secondo Versace non ha più senso avere corsi di economia di cinque anni, durante i quali gli studenti imparano nozioni già vecchie.
“I numeri sono il segreto del successo – sottolinea l’imprenditore – per questo la matematica è importante. Oggi però servono corsi di pochi mesi che insegnino a fare impresa, ad avere una propria strategia”. Per Versace successo non significa soltanto ricchezza, ma “avere tempo libero da spendere senza doversi occupare della propria impresa”. Soprattutto, occorre una formazione in cui siano premiato l’impegno e non penalizzati gli errori.
“All’ingresso della scuola dei miei figli negli Stati Unti c’è la scritta ‘make mistakes’, cioè commetti errori – conclude Versace – perché non bisogna mai aver paura di sbagliare. Soltanto seguendo le proprie idee, anche se errate, si raggiungono i propri obiettivi”.