Gina, don Augusto e Italo, sempre al voto da 70 anni: “Facciamo il nostro dovere, a tutti i costi”

di FILIPPO CAMPO ANTICO, FRANCESCO COFANO e MARIA PIA PETRAROLI

URBINO – “Votando non si è mai da soli, si fa parte di una comunità, per questo da 70 anni non manco un appuntamento”. Parola di Italo Pretelli, 91 anni, che oggi a metà pomeriggio si è presentato al seggio della scuola media “Giovanni Pascoli” con la tessera elettorale in mano, come fa dal 1948. In questa comunità ci sono anche Gina Stafoggia, 83 anni e una sedia a rotelle per muoversi, e don Augusto Sani, classe 1931, accompagnato da due infermiere della Croce Rossa mentre si aiuta col bastone. Ma anche una signora di circa 80 anni, che rimbalzata da un seggio all’altro per disguidi burocratici alla fine è riuscita a votare. Perché tracciare quella x sulla scheda, per le persone della loro generazione, va oltre l’età, la pioggia e le difficoltà.

Gina, 83 anni

Non sarà certo la disabilità a fermare Gina Stafoggia. È costretta su una sedia a rotelle, non riesce più a camminare, ma vuole andare a votare lo stesso.  “Volevo fare a tutti i costi il mio dovere di cittadina europea e urbinate. Ho sempre votato e lo farò  anche questa volta”, dice Gina.

Il 26 maggio, nel pomeriggio, si presenta prima al seggio  della Scuola di Piansevero, dove vota la figlia che spinge la carrozzella. Poi va alla Scuola Pascoli, sede del suo seggio di riferimento.

Dopo la morte del marito, viveva con la figlia. Poi ha deciso di spostarsi in una casa di riposo per permetterle di dedicarsi esclusivamente alla gestione dell’attività di famiglia. “Lavoravo in una pelletteria, prima in Via Mazzini e adesso in Via Bramante. Adesso la gestisce mia figlia”, prosegue la signora a cui non manca certo il senso dell’ironia: “Voglio votare  anche perché  potrebbe essere l’ultima volta”

Don Augusto, 88 anni

Don Augusto Sani, classe 1931, prete da quando aveva 24 anni, ora vive nella casa del clero dell’Annunziata dove alloggiano i sacerdoti e le suore in pensione. Bastone in mano e passo incerto, don Augusto percorre il corridoio della scuola media “Giovanni Pascoli” accompagnato da due infermiere della croce rossa, che lo tengono sotto braccio come un papà, messe a disposizione dal Comune per aiutare i votanti con difficoltà. Suonava prima che arrivassero i problemi alle mani, ma questo non gli impedisce di raggiungere il seggio “per mettere il segno sul simbolo giusto – dice – ho sempre votato, non ho mai mancato un appuntamento”.

Italo, 91 anni

Italo Petrelli, 91 anni, arriva al seggio sottobraccio a Mariella, una dei suoi due figli. Nato a Peglio ma residente a Urbino da quando ha sposato la moglie, la sua prima volta alle urne fu nel 1948, più di 70 anni fa. “Da allora ho sempre votato e invitato a votare perché votando non si è mai soli, si fa parte di una comunità”. Segnare la x nella cabina è la cosa più importante, indipendentemente dal simbolo. “Non ho mai amato gli estremismi, infatti non ho mai votato i comunisti e il movimento sociale. Ho votato i democristiani e i socialisti – continua – e poi da imprenditore mi sono fidato di Berlusconi ma ora non lo stimo più”.

Da Mazzaferro alla ‘Volponi’ e ritorno: la determinazione batte la burocrazia

La signora anziana, sull’ottantina, arriva alla scuola media “Paolo Volponi” accompagnata dalla figlia, convinta di poter votare. La donna non riesce a camminare da sola e ha bisogno di un deambulatore. Così dal suo seggio di riferimento, quello di Mazzaferro, dove l’accesso le è impedito da barriere architettoniche, viene indirizzata dal Comune al seggio 4, quello del plesso scolastico. Ma qui il suo nome non è tra quelli dell’elenco e le viene impedito di votare nonostante le insistenze della figlia. La determinazione però è più forte di tutti gli ostacoli e le due donne si dirigono con la macchina di nuovo a Mazzaferro. Alla fine la missione è compiuta, come riferiscono dal seggio 17, la signora è riuscita a votare.

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