Elezioni, Paganelli e Mechelli: ecco chi sono i mister preferenza delle comunali

Sandro Paganelli di Liberi per cambiare e Lino Mechelli di Urbino città ideale
di FILIPPO CAMPO ANTICO e NICOLETTA PETTINARI

URBINO – Il giorno dopo l’esito delle comunali, che hanno visto la riconferma a sindaco di Maurizio Gambini, sono due i nomi con il ‘bagaglio di voti’ più pesante: Sandro Paganelli di Liberi per cambiare e Lino Mechelli di Urbino città ideale. Insieme superano le 500 preferenze. Due percorsi politici all’inizio agli opposti i loro e adesso convergenti sulla coalizione a sostegno di Gambini.

Sandro Paganelli, il ‘Duca’ di Canavaccio

È lui il vincitore di questa tornata elettorale: Sandro Paganelli, classe 1961. Il segreto della sua vittoria si chiama Canavaccio, la frazione di Urbino dove vive. Qui ha fatto bottino di preferenze: ben 267 sulle 276 complessive. Si è piazzato primo tra i candidati consiglieri, assicurandosi una posto a sedere in Sala Serpieri.

Nella vita è imprenditore edile, ma è la politica la sua passione. Questa sarà la terza legislatura per lui: dal 2009 al 2014 era in coalizione di minoranza; nella scorsa legislatura in maggioranza.

“Sono soddisfatto, abbiamo fatto un buon lavoro”, commenta Paganelli. Proprio nel seggio di Canavaccio il sindaco appena rieletto, Maurizio Gambini, ha ottenuto 544 voti su 812, lasciando lo sfidante Mario Rosati a quota 120.

Nella frazione Liberi per cambiare, di cui fa parte Paganelli, ha preso ben 400 voti, mentre le altre liste di centrodestra non hanno superato i 70 voti. “È nato tutto da un pranzo per la candidatura di Matteo Ricci alla presidenza della Provincia. Lì ho incontrato Massimo Guidi ed è nato questo straordinario gruppo”. Ricorda così Paganelli la fondazione della lista che ha contribuito maggiormente alla rielezione del sindaco. Per il momento non ha aspirazioni governative: “Io faccio il mio lavoro. Poi, parlerò con il sindaco e vedremo”.

“Mi sono dedicato molto a Canavaccio e, per questo, sono stato ricompensato. La vecchia politica se ne era un po’ dimenticata. Negli anni passati il Pd prendeva voti sia che faceva bene o male”, commenta Paganelli, molto stimato nella frazione urbinate, dove è molto conosciuto. “A me piace fare politica fra la gente: risolvere i piccoli problemi”, conclude.

“L’amministrazione ha fatto tante cose qui: sono stati fatti marciapiedi ed è stata ristrutturata la scuola. Paganelli si sapeva che avrebbe preso voti, ma non così tanti. Alla fine erano tutti felicissimi del risultato elettorale”, commenta una barista del posto.

Lino Mechelli, dal 1999 in consiglio comunale

Lino Mechelli, classe 1947, è il ‘mister preferenze’ di Urbino da vent’anni. Per tre legislature, dal 1999 al 2014, è stato il primo degli eletti al consiglio comunale di Urbino. Quest’anno, con il movimento Urbino città ideale si deve accontentare del secondo posto con 263 voti, dietro ai 276 di Paganelli.

“Sono un popolare, non un populista” dice di sé Mechelli. Nella sua carriera un passato nel Partito popolare, con cui è stato eletto per la prima volta nel 1999 e ha ricoperto la carica di vicepresidente della Comunità montana fino al 2004, un altro nella Margherita, con la quale è stato il vicesindaco di Franco Corbucci tra il 2004 e il 2009 e il più recente nel Partito democratico, con la presidenza del consiglio comunale dal 2009 fino alle dimissioni nel 2012.

“Già in passato avevo percepito la frammentazione del Pd, da cui mi sono autosospeso nel gennaio del 2017. Durante la mia terza legislatura sono iniziati i problemi con il partito. Ho provato a far capire al direttivo che la città era ferma e abbandonata a se stessa. Ma il mio grido d’allarme non è stato ascoltato”, ricorda Mechelli, che nell’aprile del 2017 ha fondato il suo movimento, ora nella coalizione del rieletto sindaco.

“L’alleanza con Gambini è stata un’intuizione per arginare gruppi di potere focalizzati su personalismi e arroganza. Noi di Urbino città ideale siamo la terza forza eletta in città e la seconda nella coalizione – afferma – il nostro risultato è figlio di una campagna elettorale in cui abbiamo ascoltato tutti: lavoratori, famiglie, imprese”.

Necessario e fondamentale per Mechelli in politica è un ricambio generazionale. Di qui la decisione di rinunciare a incarichi amministrativi e retributivi nella nuova legislatura: “Farò soprattutto presenza, non ho aspirazioni e voglio lasciare spazio alle nuove leve. Mi limiterò a mettere la mia esperienza a loro disposizione”.

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