di LUCA GASPERONI
URBINO – È così vicina a Fermignano da far dimenticare a tutti la sua appartenenza al comune di Urbino. Canavaccio, la piccola frazione disseminata lungo la strada provinciale 73bis, inizia e finisce con due bar, uno poco dopo il cartello di entrata, l’altro all’inizio della superstrada. Sono le colonne d’Ercole di un minuscolo paese che all’ultima tornata elettorale si è riscoperto fortino della destra, sia locale che europea.
Qui un voto su otto è andato a Maurizio Gambini, rieletto sindaco di Urbino al primo turno, mentre la Lega alle europee ha ottenuto il 39% di consensi contro il 21% dell’intero comune. I consensi raccolti dalla sezione 16 – la più grande dell’intero comune per bacino di voti e quindi tra le più influenti – sono da record: su 812 schede scrutinate ben 544 (il 68% del totale) sono state a favore del sindaco uscente, 400 alla lista Liberi per cambiare. Senza dimenticare l’apporto del capolista, Sandro Paganelli, capace di trainare la squadra verso il successo. L’imprenditore edile di Canavaccio infatti è stato il “mister preferenze” della tornata elettorale con 276 voti, quasi tutti (267) ottenuti qui, che gli hanno assicurato per la terza volta consecutiva un posto in Consiglio comunale.
Per la piccola frazione sentirsi periferia è sempre stato un rischio concreto data la distanza, 11 km, che la separa dal centro storico della città. Ma l’azione pratica del sindaco – che si è sempre dichiarato “uomo del fare” – ha scongiurato il pericolo e creato consensi al di là delle ideologie e della sua posizione politica. In giro è difficile trovare qualcuno critico: “Hanno fatte tante cose, si sapeva già che andava a finire così – dice la barista de La casa dei cuochi – Gambini si è dato molto da fare: sono stati fatti i marciapiedi, è stata ristrutturata la scuola elementare, un gioiellino. Io sono di Fermignano ma se ne avessi avuto la possibilità lo avrei votato senza dubbio”.
A Canavaccio non si è lavorato su grossi progetti, ad eccezione di strade e fognature, ma quello che è stato fatto sembra in ordine. Anche gli autovelox, due nell’arco di 800 metri scarsi, sono stati accettati con una certa serenità.
“La prima volta è sempre più facile, ci sono molti voti di protesta ma la seconda è impegnativa: vieni giudicato sui fatti, sulla gestione della città – spiega una persona vicina a Gambini che preferisce restare anonima – sono venuti fuori i valori del politico: se gli operai sistemano le strade alle cinque di mattina Gambini va a vedere i lavori. Ecco come si spiega tutto”.
“Sono di sinistra, ma il voto ho dovuto darglielo ugualmente. La mia famiglia, sempre stata rossa, l’ha dato a Rosati, ma era inutile” dice Giorgio, 73 anni, mentre prende il caffè al bar del benzinaio. La stazione di servizio è un punto di ritrovo per i lavoratori dell’imprese della zona che si incontrano là per un panino al volo a pranzo. “Come preferenza ho messo Paganelli, lo conosco, è amico mio – continua il pensionato – se manca qualcosa lui c’è sempre, poi è del posto e ha l’impresa edile che dà lavoro alla gente, compreso mio figlio”.
A convincere i cittadini a mettere la X sulla lista Liberi per Cambiare del sindaco uscente, c’è anche il ruolo giocato da Paganelli, uomo di collegamento tra Canavaccio e il Comune già da due consiliature. E nessuno nutriva dubbi sulla riconferma: “Paganelli, con la sua ditta di costruzioni, qua è conosciuto da tutti – dice la titolare della pasticceria del paese – in partenza si sapeva che la maggioranza lo avrebbe votato ma non si pensava così tanto da essere il primo. Alla fine erano tutti felicissimi”.
L’appoggio dei concittadini è evidentemente anche frutto di un lavoro umano. Gambini e Paganelli, entrambi imprenditori hanno, secondo molti, la capacità di sapersi relazionare con tutti. “Gambini è un’altra cosa – spiega Roberto, un meccanico di 58 anni – quell’altro sindaco, Corbucci, non combinava nulla e non si faceva vedere mai. Invece Gambini per dire, alla festa della bruschetta è qui, in mezzo alla gente. E se vai da lui ti riceve subito senza appuntamento. Contano queste cose”.