di Alice Possidente
URBINO – Anche Urbino ha festeggiato il settantatreesimo anniversario della proclamazione della Repubblica. Protagonista la musica. In un soleggiato cortile del Collegio Raffaello, in Piazza della Repubblica, alle ore 11, si è tenuto un concerto della banda di Urbino diretta dal maestro Michele Mangani.
Il repertorio musicale è stato vario. Non poteva mancare l’inno nazionale, con il quale la banda ha aperto il concerto. Ma prima dell’esibizione degli adulti c’è stato un pre-concerto tenuto dai piccoli protagonisti della Junior Band Settesuoni. Si spaziava da brani di Mozart a Bohemian Rhapsody dei Queen, dal riadattamento di pezzi jazz a brani scritti appositamente dal maestro Mangani.
Tra il pubblico molti urbinati ma anche turisti, alcuni stranieri, incuriositi dalla musica. Poche le persone sedute sulle sedie al sole, molte all’ombra sotto i portici. In rappresentanza delle istituzioni il vicesindaco Roberto Cioppi. “Credo che Urbino abbia celebrato questa festa nel migliore dei modi, con i giovani e con la musica. Vedere tanti giovani suonare in occasione di questa celebrazione mi è piaciuto moltissimo. La musica crea quella appartenenza di cui tutti noi abbiamo bisogno” ha detto il vicesindaco.
“Urbino, poi, – ha continuato Cioppi – è molto legata a questa ricorrenza anche perché è successiva alla festa di San Crescentino (la festa patronale di Urbino, ndr) .
Un paio di giornate di festa per la città, entrambe molto sentite da tutte la cittadinanza”.
Assente il sindaco Maurizio Gambini, impegnato in una manifestazione a Pesaro.
Il maestro d’orchestra, l’urbinate Michele Mangani, si è detto “onorato di poter guidare la banda in occasione di questa ricorrenza. Lavorare con i giovani – ha aggiunto, riferendosi alla Junior Band Settesuoni – è un’emozione sempre bella”.
Nel referendum del 2 giugno 1946 a Urbino vinse la Repubblica con l’82,54% dei voti. Andarono alle urne 12.526 cittadini, pari al 93% degli aventi diritto. Una curiosità: le donne aventi diritto al voto erano in numero maggiore rispetto agli uomini (6.696 contro 6.408).
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