URBINO, 03 GIU. – “Me ne vado a fare l’assessore a Castiglion Fiorentino”, sbatte la porta Vittorio Sgarbi dopo aver appreso della decisione del sindaco di Urbino, Maurizio Gambini, di non rinnovargli la carica di assessore alla Cultura della città.
“Io sono un deputato e posso fare il sindaco ovunque, Gambini è uno di provincia, che devo replicare? – continua con tono polemico il critico d’arte – non farò più nulla per Urbino, non posso accettare una scelta politica che non ritengo coerente. Io posso andare ovunque, se lui perde le elezioni non va a fare l’assessore da nessuna parte”.
Sgarbi accusa il primo cittadino di avere “ceduto alle pressioni di Maria Francesca Crespini“, ex vicesindaco, che da tempo chiedeva a Gambini di farlo fuori: “Ha fatto quello che l’opposizione non è riuscita a fare”. Decade per lui anche la carica del comitato Raffaello, dunque, dicendo che gli era stato proposto di diventare presidente dell’Accademia di Belle Arti alla fine del mandato di Giorgio Londei.
Il parlamentare rivela che Gambini gli ha chiesto di fare il consulente e non l’assessore durante le celebrazioni per il patrono San Crescentino. Per questo ha accettato l’invito del sindaco di Castiglion Fiorentino Mario Agnelli di trasferirsi da loro. Sgarbi, piccato, ha detto al Ducato che in Toscana hanno bisogno di lui, necessità che Urbino non ha più.
In chiusura, una battuta anche sul direttore della Galleria nazionale delle Marche:”Per la continuità amministrativa nel cinquecentenario della morte di Raffaello farò confermare Peter Aufreiter, che è mio nemico. Gambini che era mio amico, invece, ha voluto la discontinuità. Urbino starà benissimo senza di me”
(n.s)
