di LUCA GASPERONI
URBINO – I due ex coniugi di Pesaro dal 2011, anno del divorzio, hanno un appuntamento fisso: in aula di fronte ai giudici. Al Tribunale di Urbino è andato in scena la replica di un film già visto: il mancato pagamento dell’assegno divorzile. L’imprenditore edile di Pesaro, S.T, negli otto anni dalla fine del matrimonio, non ha pagato la somma per il mantenimento alla ex moglie M.G. Lui si giustifica parlando delle difficoltà economiche della sua impresa. La cifra oggi si aggira sui 124.000 euro. La madre delle sue due figlie, che ha condotto negli ultimi anni per sua stessa definizione “una vita di stenti”, non crede alla ricostruzione e punta il dito verso il suo stile di vita tutt’altro che morigerato. A supporto dell’accusa, anche il racconto che la nuova compagna dell’uomo ha fatto in aula, la coppia è stata in vacanza a Santo Domingo e in Messico e può contare su due piscine in giardino, una nella casa dove convivono e una nel precedente appartamento di S.T.
Lo scontro tra gli ex coniugi è iniziato otto anni fa quando la sentenza del tribunale ha imposto all’ex marito il pagamento mensile di 600 euro in favore della moglie (poi ridotti alla metà dalla Corte di Appello di Ancona nel 2013) e 700 per le figlie, all’epoca dei fatti minorenni. L’imprenditore edile da allora è sempre risultato inadempiente adducendo come giustificazione le cattive acque in cui navigava l’impresa edile gestita insieme al padre. La ex moglie è riuscita a farsi corrispondere una parte del grosso debito solo nel biennio 2013-2014: in seguito ad un accordo ha ottenuto il pagamento dell’assegno per un anno, e successivamente il pignoramento di un immobile dal valore di 20.000 euro.
La ex moglie, disoccupata e senza il sostegno adeguato per mandare avanti la famiglia, ha incontrato numerose difficoltà economiche: “Non riuscivo a pagare l’affitto, le piccole avevano problemi di salute gravi e frequenti, io non trovavo lavoro – racconta in aula – lui non ha mai collaborato in alcun modo, ha fatto solo tante denunce: diffamazione, sottrazione di minori, ma le ho vinte tutte”. Solo nel 2016 l’uomo ha rotto il muro del silenzio, inviando un’email con una proposta: 40.000 euro per saldare il debito (che ai tempi ammontava a 57.000 euro) e rinunciare all’assegno di mantenimento per gli anni a venire. M.G. non ha risposto.
La nuova compagna infatti durante la deposizione ha definito il tenore di vita della coppia “normale”, salvo poi ammettere, di fronte alle domande dell’avvocato e del Pubblico ministero Enrica Pederzoli, i viaggi in località esotiche dal costo di circa “2000/3000 euro a botta, facevamo a metà”.
Il Tribunale di Urbino, sentite le parti coinvolte e i conoscenti, ha disposto la discussione per il 21 gennaio 2020.