URBINO, 26 NOV. – La lettura, questa sconosciuta: sei marchigiani su dieci non leggono neanche un libro all’anno, se non per motivi scolastici o professionali. A dirlo è una ricerca della Confederazione nazionale dell’artigianato (Cna) che ha rielaborato i dati Istat. Nelle Marche una famiglia su dieci non ha alcun libro in casa e ‘il piacere della lettura’ riguarda solo il 41% dei cittadini regionali.
All’interno di questa categoria la metà sono lettori ‘deboli’, con meno di tre libri annui, il 41% lettori moderati ( da tre a 12 libri) e solo il 9% è un lettore forte, in grado di divorare più di un testo al mese. La mancanza di interesse nella lettura coinvolge anche chi possiede grandi collezioni tra le mura di casa. “Possedere libri non vuol dire leggerli”, spiega Sergio Giacchi, responsabile Cna Marche, “tra le persone che dichiarano di avere una biblioteca con più di 400 titoli, una su cinque non ne ha letto nemmeno uno. Insomma i tomi rimangono a far bella mostra di sé sugli scaffali.”
La conseguenza del disinteresse alla lettura è il crollo delle vendite dei libri. Le imprese operanti nel settore dell’editoria non godono di buona salute: negli ultimi cinque anni i sono passate da 928 a 746 e le principali vittime sono le librerie e soprattutto le edicole, complice la crisi dei giornali. Il calo del libro trascina con sé anche quello delle case editrici: nelle Marche la flessione è del 22,5%, la maggiore nel territorio nazionale rispetto al 2014.
“Nella nostra regione siamo quasi tutti piccoli o medi editori, dobbiamo puntare sulla qualità e su piccole tirature, cercando di valorizzare il rapporto tra libro e lettore e tra librai ed editori”, annota Catia Ventura, titolare della casa editrice Venturaedizioni. E lancia la neonata associazione di editori marchigiani E’diMaca “che ragiona su comuni strategie possibili per superare le tante difficoltà, soprattutto nel settore della distribuzione”.
(l.g.)