di LUCA GASPERONI
URBINO – L’istruzione diventa itinerante nella città del Duca: i 700 studenti del liceo Raffaello invadono la città. Li si può trovare a Cavallino così come in pieno centro, nei collegi universitari in collina e nei convitti delle suore. Ogni istituzione locale, infatti, ha messo a disposizione gli spazi liberi per permettere ai ragazzi di evitare la soluzione dei prefabbricati e iniziare l’anno scolastico in un contesto ‘normale’. In attesa del 2020 quando gli studenti si trasferiranno, per un paio d’anni, a palazzo Battiferri, nel centro storico di Urbino.
La crisi degli spazi scolastici ha preso il via due mesi fa con la doccia gelata della chiusura dell’Iis Raffaello. L’edificio, dopo un’indagine estiva dei tecnici, si era rivelato carente nei requisiti antisismici ma soprattutto statici: sarebbe potuto crollare anche senza la sollecitazione del terremoto.
A inizio settembre il liceo, dichiarato inagibile e quindi da demolire, aveva preoccupato molto studenti e genitori: il sindaco Maurizio Gambini aveva suggerito l’opzione dei moduli scolastici provvisori. Alla fine invece, grazie a un mix di solidarietà e organizzazione cittadina, l’anno scolastico ha preso il via senza problemi.
La casa per il futuro
La soluzione temporanea è stata accettata da tutti di buon grado: si tratta solo di un periodo di transizione prima di prendere possesso di Palazzo Battiferri. L’edificio di 4.000 metri quadrati in via Oddi è stato comprato dalla Provincia e al momento è in ristrutturazione. Studenti e insegnanti, secondo la road map disegnata dalla dirigenza scolastica, staranno in centro per due anni, aspettando la costruzione del nuovo liceo. In futuro, infatti, a Urbino sorgerà un nuova scuola superiore finanziata con sette milioni già messi sul piatto: cinque del bando statale ‘Sisma 120’ e due della Provincia.
“Abbiamo saputo tutto 10 giorni prima dell’inizio delle scuole”, racconta il neo dirigente scolastico dell’Iis Raffaello Daniele Piccari, secondo cui “dato il numero degli studenti, lo scarso preavviso e le modalità riuscire a trovare una soluzione in così poco tempo è stato un mezzo miracolo”. In mezzo all’emergenza scolastica un contributo importante è arrivato anche dagli insegnanti, spesso costretti, visto l’insegnamento in più classi, a muoversi tra le varie sedi più volte nella stessa mattinata.
Le aule temporanee
Insomma, la comunità locale ha fatto la sua parte per aiutare i ragazzi ‘sfollati’ e garantire il diritto a uno studio regolare e senza difficoltà. La Curia ha prestato agli studenti del liceo classico uno spazio a Castel Cavallino, alle porte di Urbino, mentre l’Ente regionale per il diritto allo studio universitario (Erdis) ha fornito otto aule, tra i vari collegi in gestione, agli alunni dell’Itc turistico.
Per i ragazzi del tecnico economico e del linguistico invece il Comune e il Legato Albani hanno offerto la casa della Poesia e il collegio Raffaello. Alcune opzioni sono vicine, altre meno pratiche: per questo motivo il Comune e le istituzioni scolastiche hanno lanciato un servizio di navette bus per accompagnare e facilitare il trasporto.
Educazione fisica ‘alternativa’
Dal punto di vista dello sport invece l’Iis Raffaello si appoggia a una palestra privata nel centro storico e ha previsto una serie di nuovi sport ‘non convenzionali’. Corsi di yoga, tiro con l’arco, trekking nei boschi e ‘urbano’: con un po’ di fantasia gli insegnanti hanno trovato il modo di offrire agli studenti qualcosa di diverso e all’aria aperta, aggirando il limite delle poche strutture sportive libere.
A gennaio, con l’arrivo del freddo il problema sarà risolto con due palestre del centro storico: una in via Oddi, l’altra usata dalla scuola Volponi. Palazzo Battiferri avrà già, secondo le previsioni, due piani ‘pronti’ e allestiti per 18 classi; i restanti verranno sistemati in centro, in attesa di Pasqua, data finale per i lavori di ammodernamento.
Universitari per una settimana
“Il modo in cui abbiamo risolto questa situazione difficile ha un altissimo valore formativo”, dice con orgoglio il preside Piccari che non si dimentica del supporto ricevuto anche dall’Università di Urbino. La data di inizio delle lezioni era fissata al 16 settembre e sarebbe slittata alla fine del mese o ai primi di ottobre. L’Uniurb ha organizzato un corso universitario sul pensiero computazionale dedicato appositamente ai liceali del Raffaello, nell’ultima settimana di settembre, per evitare due settimane di ritardo.
Gli studenti, al termine delle lezioni ‘da grandi’, hanno ricevuto un attestato e dimostrato di apprezzare il contenuto del corso. Tanto che non si esclude un progetto bis, conclude il dirigente scolastico, per cui l’emergenza Raffaello è stata ormai superata, “grazie alla sinergia costante tra tanti soggetti istituzionali sia pubblici che privati”.