di FRANCESCO COFANO e LUCA GASPERONI
URBINO – Il Consiglio comunale di Urbino ha approvato all’unanimità un ordine del giorno contro razzismo e discriminazione, a sostegno della commissione Segre del Senato italiano. L’Odg, firmato da tutti i consiglieri, è arrivato dai gruppi consiliari Pd e Viva Urbino.
La mozione, ispirata al lavoro della senatrice Liliana Segre, sopravvissuta ai campi di concentramento, impegna il Comune di Urbino a “coltivare la memoria dell’antifascismo e della Shoah”, agire nel rispetto dei principi di uguaglianza e “promuovere azioni di sensibilizzazione contro ogni forma di razzismo”.
L’approvazione del testo finale è arrivata ma non sono mancate le polemiche. Un emendamento proposto dalla maggioranza, infatti, proponeva di cancellare dal testo la parola “antifascismo” e aggiungere una menzione per “il massacro delle foibe”. Il presidente del Consiglio comunale, Massimiliano Sirotti, al termine della seduta si è rifiutato di riportare il nome del proponente.
La modifica ha scatenato la reazione dei consiglieri dem in aula: “Noi siamo contrari”, ha ribadito Lorenzo Santi e Davide Balducci ha rincarato la dose: “Vi sentite in imbarazzo a dichiarare l’amministrazione antifascista? Non c’è motivo di togliere la parola anzi, sarebbe un grandissimo errore”.
Si sono dissociati anche esponenti della maggioranza, a partire dal consigliere Massimo Guidi, della lista civica ‘Liberi per cambiare’: “Noi siamo fondati, come Repubblica italiana, sull’antifascismo, se qualcuno ha dubbi su questo termine sinceramente mi preoccupo”, aggiungendo che “l’antifascismo è presente nella Costituzione”.
D’accordo con l’opposizione il sindaco Maurizio Gambini: “Su questo tema si fa speculazione politica, per me la parola può essere lasciata ma bisogna aggiungere qualcosa: il fascismo non è l’unica cosa che è accaduta in questo Paese”. Il primo cittadino poi è passato all’attacco: “Ricordiamoci che questo Odg proviene dalle autonomie locali ed è stato inviato non al presidente del Consiglio ma ad alcuni consiglieri Pd”.
Alla fine è prevalsa la proposta del consigliere Lino Mechelli di “aggiungere qualcosa senza togliere nulla”: il testo finale, infatti, ha mantenuto la parola antifascismo e ha incluso un riferimento sia al giorno della memoria che al giorno del ricordo delle Foibe.