di RACHELE SCODITTI
URBINO – Si difende Luigi Alfieri dalle accuse di non imparzialità ricevute da Paolo Ercolani dopo l’assegnazione del concorso per un contratto come ricercatore di filosofia politica all’Università di Urbino. Secondo il ricorso presentato da Ercolani, al Tar e con un esposto in Procura, come raccontato da un articolo del Fatto Quotidiano, ci sarebbero state due irregolarità nella vittoria della dottoressa Rosanna Castorina. La prima, il rapporto con il presidente di commissione, cioè lo stesso Alfieri. Il docente, oltre a essere stato relatore della tesi di dottorato di Castorina ha anche usato alcuni libri della dottoressa per l’insegnamento in un suo corso. La seconda il fatto che, nelle 12 pubblicazioni presentate dalla siciliana, una non fosse stata ancora pubblicata e fosse priva di codice Isbn, necessario per legge.
Riguardo il rapporto con Castorina, il docente spiega al Ducato: “Conosco da molto tempo la dottoressa Castorina, come conosco da molto tempo anche il dottor Ercolani. Siamo nella stessa università, anche se con ruoli e dipartimenti diversi. Nel settembre dell’anno scorso il dottor Ercolani e io siamo stati relatori in un convegno di cui Ercolani era uno degli organizzatori. Su questo convegno dovrebbe essere pubblicato un volume con il mio contributo. Il curatore è, tra gli altri, proprio Ercolani. Se ci fossero state ostilità non credo che avremmo intrattenuto questo rapporto. Riguardo Castorina, bisogna chiarire il termine ‘allieva’. Ho avuto modo di lavorare con lei, ma non si è formata e non ha mai lavorato costantemente con me. Ho usato dei suoi libri per l’insegnamento, libri di cui ho scritto due prefazioni. Ho sincera stima scientifica e personale della dottoressa con cui ho rapporti cordiali. Sono stato tutor esterno di una sua tesi di dottorato, che Castorina ha conseguito a Como. Ma ritengo il tutto irrilevante”.
Alfieri aggiunge: “Dalla nomina della commissione ogni candidato ha 30 giorni per ricusare. Se un candidato ha la convinzione che un commissario gli sia ostile o sia in conflitto di interessi, può fare istanza di ricusazione. In questo caso non è successo. Dunque ritengo che quando la commissione è stata pubblicata tutti i candidati, compreso il dottor Ercolani, fossero convinti che fosse imparziale. Dopo l’esito del concorso viene fuori che la commissione non era imparziale. Strano, no?”
Il concorso indetto dal Dipartimento di studi umanistici e completato il 24 ottobre 2019, prevedeva che i candidati presentassero entro il 4 luglio un massimo di 12 pubblicazioni che sarebbero state poi analizzate dalla commissione per assegnare un posto come ricercatore di filosofia politica. Un contratto a tempo determinato che, con il tempo e un altro concorso, avrebbe potuto aprire le porte per diventare professore associato. I candidati che si sono presentati erano in tutto cinque, fra i quali la dottoressa Rosanna Castorina, e il filosofo Paolo Ercolani.
La commissione, nominata dal Dipartimento dell’Università di Urbino e presieduta da Luigi Alfieri, docente di filosofia politica all’Università di Urbino, Michelangelo Bovero e Vanda Fiorillo, ha assegnato a Castorina un punteggio di 42 punti. Una vittoria schiacciante sul secondo classificato, a dispetto della carriera. Paolo Ercolani, infatti, è docente da 15 anni e vanta pubblicazioni in inglese e tedesco, oltre a due libri con la casa editrice Marsilio Editori, conosciuta a livello nazionale.
Il libro in questione è Il paradigma biopolitico e le prospettive ermeneutiche. L’ultima pagina dello scritto riporta la frase “Finito di stampare nel mese di giugno 2019 presso Age srl Urbino” dunque precedente sia alla data del concorso che a quella della presentazione delle candidature. Sul retro, inoltre, è presente anche il codice Isbn che deve essere obbligatoriamente presente nel Pdf presentato nella candidatura. Il libro in forma cartacea, a detta di Alfieri, non deve essere necessariamente presente nelle librerie.
Raggiunto dal Ducato per raccontare la sua versione, Paolo Ercolani preferisce non rilasciare dichiarazioni e attendere la decisione del Tar, stessa risposta dal suo avvocato Irene Ciani di Pesaro e dall’Università di Urbino.