di LUCA GASPERONI
FERMIGNANO – Scacco matto alle barriere e ai limiti: non conta la condizione fisica o l’età, ogni traguardo è raggiungibile. La lezione è arrivata ieri durante il torneo di scacchi a Fermignano che ha chiamato a raccolta giocatori da tutta la provincia. A vincere, nonostante la partecipazione del vicecampione regionale assoluto e di un maestro della Federazione scacchistica italiana (Fsi), sono stati due veri outsider: Sirghi Timotei e Giacomo Acciaoli, un non vedente e un bambino.
Il primo gioca chino sulla scacchiera ricostruendo rapidamente con il tocco delle mani la posizione dei pezzi. Accanto a lui un aiutante muove le pedine sulla piattaforma condivisa con l’avversario. L’altro gioca contro adulti con l’innocenza dei bambini, grattandosi la testa e ridendo. Al torneo, organizzato dall’associazione Piazza aperta nella sala del Bramante di Fermignano, partecipano 16 adulti e 27 ragazzi delle scuole del territorio. Ognuno sfida sei avversari e ogni match è composto da cinque partite di 15 minuti.
Quando la mente supera gli occhi
“Preferisco una vittoria costruita su rischi e sacrifici piuttosto che vincere in maniera monotona”, spiega Sirghi che vive al collegio “La Vela” di Urbino e studia giurisprudenza all’università. La passione per arrocchi e varianti è nata quando era piccolo: “Ho iniziato per noia – racconta sorridendo – ma non ho mai studiato aperture o tecniche, ho imparato leggendo le partite dei più forti”. Il resto l’hanno fatto i tornei e gli allenamenti con il suo team, la Dynamo Urbino, di cui fa parte anche il piccolo Giacomo.
Il suo pezzo preferito è la regina, “perchè spesso è decisiva e aiuta a condurre un gioco offensivo”. Proprio con lei, non a caso, Sirghi vince la finale contro Patrizio Tontini, anziano fermignanese. Un giocatore temibile, forte del suo passato in Russia per studiare la tradizione dei maestri di questo sport. Attorno ai due in breve tempo si raduna una folla e il tempo si ferma: Sirghi sembra sul punto di perdere ma indovina una mossa con la regina e pareggia l’ultimo match, ottenendo la vittoria della finale.
Arrivano i complimenti e i premi ma Sirghi non cambia espressione. Ha un sogno: sfidare i grandi campioni degli scacchi. A giugno a Cattolica ci sarà un torneo internazionale e Sirghi vorrebbe participare ma il costo è tutt’altro che secondario: oltre all’iscrizione, infatti, c’è da pagare anche una settimana di hotel e ristoranti in una località balneare in piena stagione turistica. “Cercheremo di trovargli uno sponsor, vorremmo organizzare qualcosa per dargli questa grande opportunità”, rivela una delle organizzatrici del torneo, Susanna Laino, di Piazza aperta.
Giovani promesse e giocatori affermati
Chi invece è già inserito nel mondo dello sport scacchistico è Giacomo, cresciuto tra arrocchi e aperture. Figlio di un maestro della Fsi, infatti, ha iniziato a muovere i pezzi durante i primi anni di vita e già da un paio di anni ridicolizza in tornei ufficiali giocatori di lunga data con sei volte la sua età. A Fermignano arriva quarto nella mattinata dedicata agli adulti e trionfa nel pomeriggio contro ragazzi delle medie.
Il modello locale per tutti è Tiziano Patrignani di Fermignano, campione provinciale assoluto e vicecampione della Regione Marche. Titoli frutto di tanto studio tecnico, soprattutto sulle aperture: “Sono un regolarista, preferisco un gioco schematico al gioco improvvisato”, spiega. Ma a volte esce fuori dalle righe, come testimonia il suo pezzo simbolo, “il cavallo, spesso imprevedibile”.
A livello locale il movimento scacchistico è radicato ed esprime talenti e giovani promesse. Per questo l’associazione di Fermignano guarda al futuro. L’obiettivo è coinvolgere sempre più appassionati ai giochi mentali, inserendo anche corsi di enigmi e rebus.
Se tra gli adulti c’è stato un calo di partecipazione, tra i giovani recentemente è rinato l’interesse. Decisiva in questo senso è stata la diffusione nelle scuole: negli ultimi mesi, infatti, le scuole elementari e medie di Urbino, Cagli, Acqualagna e Gadana hanno lanciato corsi di scacchi durante l’orario scolastico. E la presenza di molti al torneo di ieri è il segno che la semina ha attecchito. Perchè “allenare la mente è il modo migliore di crescere”, conclude Bonita Cleri, docente UniUrb e membro dell’associazione.