“Raffaello e Baldassarre Castiglione”, partirà il 12 giugno la mostra sulla vita di corte a Urbino nel ‘500

di MARIA PIA PETRAROLI

URBINO –  Armature, musica, cultura umanistica, teatro, ma anche ritratti, manufatti e manoscritti. La mostra Raffaello e Baldassarre Castiglione, l’esposizione su cui il comune di Urbino, in collaborazione con il critico d’arte Vittorio Sgarbi, ha deciso di puntare per celebrare il cinquecentenario della morte del pittore urbinate, dedicherà spazio alla vita di corte nella città ducale del ‘500, ma anche al rapporto di amicizia che legava Raffaello a uno dei maggiori esponenti del Rinascimento italiano.

Partirà il 12 giugno nelle Sale del Castellare a Palazzo Ducale e seguirà il filo conduttore delle lettere e dell’opera cinquecentesca di Baldassarre Castiglione Il Cortegiano, un dialogo articolato in quattro libri e ambientato alla corte urbinate del 1506, che  descrive tutte le qualità, fisiche e morali, che deve avere un perfetto uomo di corte. Al centro del testo ci sono i personaggi di alto rango dell’epoca, come artisti, letterati, alti prelati.

Il pittore e il letterato, i protagonisti di questo percorso che accompagnerà i visitatori e gli appassionati fino alla fine di ottobre, rappresentano un “binomio indissolubile”, come spiega al Ducato Elisabetta Soletti, che è tra i curatori della mostra insieme a Sgarbi e allo storico d’arte Pietro di Natale.

“Il nostro obiettivo è soprattutto quello di ricostruire il saldo e duraturo legame di amicizia tra Raffaello e Castiglione”, continua la curatrice.

Il progetto definitivo della mostra: i dipinti

Tra i quadri  che i visitatori potranno vedere, alcuni sono già presenti nella Galleria Nazionale delle Marche, come La Muta di Raffaello Sanzio e il Ritratto di Federico da Montefeltro col figlio Guidobaldo di Pedro Berruguete, altri saranno invece prestati da altri musei.

La Muta, Raffaello Sanzio

“Dal museo di Capodimonte potrebbero arrivare il Ritratto del cardinale Pietro Bembo del pittore Tiziano e il Ritratto di Luca Pacioli e Guidobaldo da Montefeltro di Jacometto Veneziano“, dice Soletti, specificando però che non c’è ancora stata risposta. Sono in corso infatti le indagini preliminari sulle opere, necessarie per capire se queste siano effettivamente prestabili prima dell’apertura della pratica burocratica.

“Poi verrà chiesto il Ritratto di Isabella d’Este alla collezione di Barcellona Malagelada, il Ritratto di Francesco Maria della Rovere di Giovanni Bandini alla Villa Medicea del Poggio Imperiale di Firenze, il Ritratto di Giulio Romano firmato Tiziano al museo di Palazzo Te di Mantova – continua la curatrice Elisabetta Soletti – il Ritratto di papa Leone X con il cardinale Giulio de’ Medici e il cardinale Innocenzo Cibo di Giuliano Bugiardini potrebbe arrivare da Palazzo Barberini” a Roma.

Sarebbero ancora in corso invece le trattative per il Ritratto di Baldassarre Castiglione di Raffaello, ora custodito al Louvre di Parigi.

Non solo quadri.

Non verranno esposti solo quadri e ritratti: nella mostra ci saranno più sezioni. Sarà possibile vedere anche armature, abiti antichi, medaglie e manoscritti dell’epoca.

“Chiederemo le armature all’Armeria Reale di Torino, i tessuti – tra cui la riproduzione di un abito della nobildonna Lucrezia Borgia –  dovrebbero arrivare da una collezione privata, alcune medaglie dal Museo di Torino, altre dal museo del Bargello di Firenze”, spiega Soletti, aggiungendo poi che ci saranno anche oggetti da collezione, come cammei, avori e piccoli vasi antichi. Gli artisti e i letterati del tempo infatti avevano una grande passione per il collezionismo.

Come afferma la curatrice, particolarmente ricca sarà la sezione che raccoglierà i manoscritti, le edizioni antiche del Cortegiano, le lettere e i testi classici che Castiglione possedeva.

Un’altra parte della mostra infine sarà multimediale: “Importanti ritratti di Raffaello, che non riusciremo ad avere (molti faranno parte della mostra organizzata alle Scuderie del Quirinale a Roma) saranno riprodotti in video”, conclude Elisabetta Soletti.

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