di LUCA GASPERONI e GIACOMO PULETTI
PESARO – Uno contro tutti. O meglio, un’unica amministrazione, quella di Urbino, che ha deciso di muoversi in autonomia sulla chiusura delle scuole a causa del Coronavirus, mentre l’iniziativa della Regione Marche è stata stoppata dal presidente del Consiglio in attesa di linee guida. La decisione del sindaco Maurizio Gambini di chiudere gli asili e gli istituti scolastici di ogni ordine e grado non ha trovato d’accordo il prefetto di Pesaro e Urbino Vittorio Lapolla. Durante la riunione del Comitato di sicurezza a Pesaro, infatti, è emersa infatti una certa irritazione per questa scelta.
LA REGIONE – Dietrofront nelle Marche: sospesa l’ordinanza per scuole e università
Il prefetto ha sottolineato i prossimi passi per fronteggiare l’emergenza. “Dobbiamo evitare le fughe in avanti da parte delle singole amministrazioni locali e operare in sintonia – ha detto Lapolla all’uscita della riunione – domattina ci sarà una conferenza tra le regioni e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte per dettare alcune linee guida e in base a quello prenderemo altre iniziative”. Dopo la riunione, il sindaco di Pesaro Matteo Ricci ha detto: “Il prefetto ha detto che avrebbe chiamato Gambini per fargli cambiare idea”.
“Il sindaco Gambini ci ha spiegato quali sono le ragioni che lo hanno indotto ad assumere questa iniziativa – ha spiegato Lapolla – è un provvedimento che si muove fuori rispetto alle valutazioni fatte dalle altre amministrazioni locali ma è una valutazione del sindaco e io non posso intervenire”.
Alla riunione era presente anche il rettore dell’Università di Urbino, Vilberto Stocchi, che ha detto: “Siamo in attesa di conoscere le indicazioni che arriveranno domani per avere delle linee guida uniformi – con un chiaro riferimento al sindaco di Urbino che ha scelto in autonomia di chiudere le scuole – su tutto il territorio ma in modo particolare per quanto riguarda le regioni, come le Marche, dove non si sono registrati casi di Coronavirus. Questo è importante perché ci aiuterà a organizzare e definire le varie attività”. L’Ateneo intanto rimane aperto: “Per ora le attività dell’Università restano inalterate. Quindi le lezioni e le sedute di tesi (domani ne sono previste 55) rimangono in programma”.
All’invito fatto dal Gambini di chiudere, insieme alle scuole di ogni ordine e grado, anche l’Ateneo, il rettore ha replicato: “Noi ci dobbiamo attenere a disposizioni superiori, o del presidente della Regione o addirittura del ministro dell’Università, che – sulla base del decreto del presidente Giuseppe Conte – ha potuto prendere provvedimenti soltanto per le quattro regioni con casi di contagio”.
All’invito da parte di prefetto e rettore di ripensarci per “agire tutti all’unanimità”, il sindaco di Urbino, che ha abbandonato il tavolo in prefettura per spostarsi al Consiglio comunale, ha ribadito ai microfoni del Ducato: “Non ho nessuna intenzione di fare marcia indietro. Ritengo che sia stato opportuno chiudere le scuole già da oggi, purtroppo ieri non è stato chiesto dal Ministero di chiudere le scuole. Chiudo la città di Urbino perché è un territorio a rischio, circolano tante persone e ritengo che di danni in Italia ne sono stati fatti già abbastanza. Meglio essere prudenti”.