di CHIARA UGOLINI
URBINO – Sono quattro i casi di Coronavirus nelle Marche: tre accertati dal Gores, più un altro ancora sospetto. “Una coppia di anziani nella provincia di Pesaro Urbino è risultata positiva al primo tampone”, ha detto al Ducato il presidente delle Regione Marche Luca Ceriscioli. La coppia si aggiunge al ragazzo di 30 anni di Vallefoglia risultato positivo alla controanalisi. Confermati tutti e tre dal Gores (Gruppo operativo regionale per l’emergenza sanitaria delle Marche). Domani i tamponi saranno inviati a Roma per il secondo controllo dell’Istituto superiore della sanità.
Manca invece la conferma da parte della Regione sul quarto caso di contagio nella Marche. La notizia si deve infatti alla prefettura di Rimini: si tratta di uomo di 51 anni di Piandimeleto, compagno di viaggio del ristoratore di Cattolica risultato positivo il 25 febbraio. Entrambi erano appena rientrati da una battuta di caccia in Romania. L’uomo è ora sottoposto a quarantena da parte della Regione.
Quello che sappiamo fino ad ora
- Il primo contagiato nelle Marche è un ragazzo di 30 anni di Vallefoglia, nel pesarese. Ai primi sintomi si è messo in isolamento volontario.
- Il secondo è un uomo di 51 anni di Piandimeleto, in provincia di Pesaro e Urbino, appena rientrato da una battuta di caccia in Romania. Insieme alla famiglia si è messo in quarantena volontaria nella propria abitazione una volta saputo del contagio del compagno di viaggio, il ristoratore di Cattolica.
- Gli ultimi due sono una coppia di anziani di Pesaro e Urbino, rimasti nell’ultimo periodo sempre sul territorio.
Il “bravo” ragazzo di Vallefoglia
Il primo caso accertato nelle Marche è quello del ragazzo di Vallefoglia, nel Pesarese, risultato positivo anche al secondo tampone. A darne l’ufficialità è stato lo stesso presidente delle Marche, riferendo notizie dall’ospedale Spallanzani di Roma. “Devo dire che fino ad oggi tutte le volte che è stato mandato un campione ritenuto positivo in partenza è sempre stato giudicato di nuovo positivo”, ha detto Ceriscioli. Il ragazzo era stato in Lombardia per lavoro ed era tornato a casa nelle Marche. “E’ stato attento – ha aggiunto Ceriscioli alle agenzie di stampa – Ai primi sintomi, anziché andare al pronto soccorso o trascurarli, ha fatto la scelta di isolarsi, chiamare il medico, seguire il triage telefonico, attendere fino al tampone fatto e al riconoscimento della positività”.
Il cacciatore di Piandimeleto
Di Piandimeleto, in provincia di Pesaro e Urbino, è il secondo contagiato nelle Marche, in ordine temporale. Non è stato però ancora confermato dalla Regione. Il mattinata il Comune di Piandimeleto con un comunicato stampa aveva dato la notizia di un caso sospetto, notizia poi diffusa nel pomeriggio dalla prefettura di Rimini. Insieme alla sua famiglia, si è messo in quarantena volontaria nella propria abitazione. L’uomo di 51 anni aveva accompagnato il ristoratore di Cattolica risultato anche lui positivo in una battuta di caccia in Romania ed era appena rientrato in Italia. Sono ancora in corso gli accertamenti da parte del laboratorio di Ancona. La raccomandazione del sindaco Veronica Magnani ai cittadini è quella di evitare comportamenti che possono creare inutili allarmismi e di tenere conto delle linee guida emanate dal Ministero della Salute.
La coppia sedentaria
La coppia di anziani della provincia di Pesaro e Urbino, di cui ancora non si hanno molte informazioni, è risultata positiva alla primo controllo. “Non si è mai mossa dalla regione nell’ultimo periodo – ha detto il presidente della Regione Marche – quindi l’ha contratto sul territorio”. E in questa occasione Ceriscioli ha ribadito “a maggior ragione la validità dell’ordinanza“.
Scontro Regione-Governo
L’ordinanza di chiusura di scuole, università e siti culturali e di sospensione di eventi e manifestazioni firmata da Ceriscioli sarà impugnata dal Governo, lo ha annunciato martedì sera il ministro per gli Affari regionali Vincenzo Boccia. Nonostante l’invito del presidente del Consiglio Giuseppe Conte alla “collaborazione”, il presidente delle Marche ha proseguito da solo per la sua strada lamentando la mancanza di direttive omogenee da Roma.
Ieri sera, la Regione ha fatto richiesta dello ‘status di contagiata dal Coronavirus’ e oggi Ceriscioli è tornato sull’impugnazione: “E’ una buona occasione, davanti a un giudice, per stabilire se uno Stato si può comportare in maniera differente a seconda della Regione che ha di fronte”. In attesa di sciogliere i nodi di questo scontro, il provvedimento rimane valido sul territorio.
“Domattina sarà disponibile alle amministrazione una circolare che faciliterà il lavoro di contenimento del Coronavirus con le linee guida dell’ordinanza”, ha aggiunto in serata Ceriscioli.