di FRANCESCO COFANO
aggiornato alle ore 22
URBINO – Pesaro e Urbino sono diventate ‘zona arancione’. È l’effetto del nuovo decreto della presidenza del Consiglio dei ministri firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte la scorsa notte, decreto che blinda di fatto il territorio provinciale insieme a quello della Lombardia e di altre 13 province per contenere il contagio da Coronavirus.
Da oggi fino al 3 aprile, infatti, va evitato “ogni spostamento in entrata e in uscita” e “all’interno” del territorio provinciale, se non per “comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero spostamenti per motivi di salute”. Il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, ha specificato in una diretta Facebook che, secondo l’interpretazione del prefetto, questa norma riguarda gli spostamenti dal comune di residenza.
Il controllo della prefettura
Lunedì mattina il prefetto, in accordo con le forze di polizia locali e i Comuni della Provincia, ha definito il modello di controllo del territorio. Le forze dell’ordine controlleranno le autostrade e le strade principali, ma i confini non saranno blindati.
Come previsto dal decreto della Presidenza del consiglio dei ministri, si potrà uscire dal territorio provinciale solo per comprovati motivi di lavoro, di necessità o di salute, che dovranno essere messi nero su bianco sull’apposito documento di autocertificazione. In caso di violazione della prescrizione a pena può arrivare fino a 206 euro di multa e tre mesi di reclusione.
Previsti anche controlli nei vari Comuni per verificare che bar e negozi chiudano dopo le 18, come previsto dal decreto.
Le altre misure del decreto
Più stringenti anche le norme per i casi sospetti, i soggetti in quarantena e i contagiati. Chi ha sintomi da infezione respiratoria e febbre maggiore di 37,5° C, deve restare in casa, chiamare il proprio medico curante e limitare il più possibile i contatti sociali. Le persone in quarantena e i positivi al Coronavirus non devono uscire dalla propria abitazione.
GLI AGGIORNAMENTI – L’ultimo bilancio e quello che serve sapere sul contagio
Sospese tutte le competizioni sportive, in luoghi pubblici o privati, a meno che non siano a porte chiuse. Si fermano anche le manifestazioni e gli eventi pubblici. Chiusi cinema, teatri, pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e discoteche e comprensori sciistici.
Prolungata fino al 3 aprile la sospensione dei servizi per l’infanzia, delle attività didattiche di ogni ordine e grado e delle attività universitarie nei territori dichiarati zona arancione, termine che il decreto del 4 marzo aveva fissato al 15 marzo. Escludendo ogni forma di aggregazione, l’unico modo per proseguire l’attività didattica sono le lezioni a distanza.
Restano aperti i luoghi di culto, purché si evitino gli assembramenti di persone. Sospese invece tutte le cerimonie civili e religiose, “comprese quelle funebri”.
Porte chiuse anche per i musei e tutti i luoghi di cultura. Stop anche a tutti i concorsi pubblici e privati, tranne quelli che si svolgono con modalità telematica e quelli per il personale sanitario, inclusi medici chirurghi e personale della Protezione civile.
Non saranno costretti alla chiusura bar e ristoranti, anche se il loro orario di apertura è limitato dalle 6 di mattina alle 18. I titolari dovranno però garantire il rispetto della distanza di sicurezza di almeno un metro, altrimenti subiranno sanzioni. Discorso simile per le attività commerciali, i cui gestori dovranno fare in modo di evitare assembramenti. Nel caso in cui non si sia in grado di far rispettare la distanza interpersonale di un metro per motivi strutturali, il locale dovrà restare chiuso.
Per le riunioni vengono adottate “modalità di collegamento da remoto”, in particolare per le strutture sanitarie e sociosanitarie e per i coordinamenti predisposti per l’emergenza Coronavirus.
Nelle giornate festive e prefestive saracinesche abbassate per “le medie e grandi strutture di vendita” e per “gli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri commerciali e dei mercati”. Nei giorni feriali i proprietari dovranno comunque garantire il rispetto della distanza di sicurezza e l’assenza di affollamenti, altrimenti si viene puniti con la sospensione dell’attività.
Aperti invece farmacie, parafarmacie e alimentari, comunque obbligati a far osservare la distanza di sicurezza, pena la sospensione dell’attività.
Sospese, infine, “le attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri benessere, centri termali, centri culturali, sociali e ricreativi”.
Pausa forzata anche per lo svolgimento degli esami di idoneità negli uffici della motorizzazione civile della Provincia, che saranno posticipati.
Le norme valide in Provincia e in tutta Italia
Nell’articolo 2 del decreto sono elencate disposizioni valide su tutto il territorio nazionale. Alcune di queste valgono anche per la provincia di Pesaro e Urbino. Il personale sanitario e chiunque svolga “servizi pubblici essenziali o di pubblica utilità” non potrà partecipare a congressi, riunioni e meeting di alcun tipo.
Con le scuole chiuse si fermano anche i viaggi di istruzione, le iniziative di scambio e gemellaggio e tutte le uscite didattiche programmate dagli istituti.
Chi accompagna una persona in ospedale non può entrare nelle sale d’attesa dei dipartimenti emergenze e accettazione e dei pronto soccorso. Per quanto riguarda le visite dei parenti a residenze sanitarie asssistite, hospice, strutture riabilitative e residenziali per anziani, da oggi sarà la dirigenza sanitaria a valutarne la possibilità per prevenire la diffusione del contagio.
Infine i datori di lavoro sono invitati a favorire la modalità di lavoro agile prevista dalla legge 81 del 2017 per tutti i tipi di lavoro subordinato e la fruizione di congedi ordinari e ferie.