ANCONA, 10 MAR. – Quarantena obbligatoria per chi è rientra nelle Marche provenendo dalla Lombardia e dalle altre 13 province, quelle che venivano definite ex ‘zone arancioni’. Lo stabilisce una nuova ordinanza regionale firmata dal presidente Luca Ceriscioli, per cercare di contenere l’espansione dei contagi da Coronavirus e che di fatto inasprisce il nuovo decreto in cui tutta l’Italia è diventata in sostanza “zona protetta”. Il provvedimento si attua dalla mattinata di martedì, chiunque, a partire dal 7 marzo, sia rientrato o rientri nelle Marche dalle ex ‘zone arancioni’ – la Lombardia e le province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Venezia, Padova, Treviso, Asti e Alessandria – è obbligato a comunicarlo al proprio medico di famiglia e di rimanere in quarantena domiciliare per 14 giorni, senza spostamenti o viaggi.
Inoltre, le stesse persone devono rimanere raggiungibili per le attività di sorveglianza e in caso di comparsa dei sintomi riconducibili al n-Cov2019 di avvertire immediatamente il proprio medico di base.
Per prevenire il contagio dei più vulnerabili, dall’11 marzo al 3 aprile è sospesa l’attività dei centri diurni, ovvero quelli semiresidenziali per anziani, disabili e persone con problemi mentali. Così, la Regione cerca di incentivare percorsi di assistenza e cure a domicilio.
Chi non rispettasse questi obblighi sarà punibile per aver violato gli obblighi di igiene, secondo quanto disciplinato dall’art. 650 del codice penale, ovvero con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a 206 euro.
(n.s.)