URBINO, 13 MAR. – L’export agroalimentare marchigiano, dal valore di 407 milioni di euro, rischia di subire gravi conseguenze a causa dell’emergenza coronavirus e Coldiretti Marche lancia l’allarme. Per la presidente regionale Coldiretti, Maria Letizia Gardoni, serve l’aiuto della grande distribuzione “affinché incentivi il consumo di prodotti alimentari Made in Italy con la scelta di fornitori in grado di garantire la provenienza nazionale di alimenti e bevande, sostenendo l’economia, il lavoro e il territorio nazionale”.
Le restrizioni alle frontiere stanno provocando grandi difficoltà al commercio. La stretta dell’Austria al Brennero, precisa Coldiretti, “è la più pericolosa con circa i due terzi (63%) delle esportazioni agroalimentari italiane che interessano i Paesi dell’Unione Europea”. Ma fanno paura anche le limitazioni ai passaggi transfrontalieri decise a nord dalla Svizzera e a est da Slovenia e Croazia. Quest’ultima ha sospeso i collegamenti marittimi fra Ancona e Spalato.
Secondo l’analisi di Coldiretti Marche su dati Istat, Ancona è la provincia che più delle altre è riuscita a penetrare i mercati esteri con 126 milioni. Seguono Pesaro (119 milioni), Macerata (78 milioni), Ascoli (73 milioni) e Fermo (8,6 milioni). “Il rischio è quello di veder dilapidato il gran lavoro, mix di qualità e reputazione, dell’agroalimentare marchigiano – spiega la presidente Gardoni – a causa di una domanda estera in calo anche per effetto della disinformazione, strumentalizzazione e concorrenza sleale con la campagna denigratoria sul cibo italiano”.
Per questo motivo che il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ha attivato una casella di posta elettronica (coronavirus.merci@esteri.it) dove segnalare restrizioni e discriminazioni verso i prodotti italiani così come difficoltà nelle esportazioni.
(l.g.)