di GIULIA CIANCAGLINI
URBINO – Ventimila mascherine sono state inviate oggi, da Changsha, capitale della Provincia dello Hunan in Cina, per sostenere la Regione Marche in questo periodo complicato per l’emergenza Coronavirus. Lo annuncia, con un post su Facebook, Cristiano Varotti, marchigiano di 37 anni, consulente per le relazioni istituzionali tra l’Italia e la Cina. E il presidente della Regione Luca Ceriscioli lo conferma al Ducato: “Saranno distribuite negli ospedali del nostro territorio”. Le Marche sono sempre state una regione molto attiva nello stabilire relazioni territoriali con la Cina, con partenariati, governi locali e soprattutto con le province, che sono il corrispettivo cinese delle regioni italiane. Ma questo gesto rappresenta qualcosa di più.
“Hunan dal 2013 è gemellata con le Marche. Nel maggio del 2012 la regione ha aperto una sorta di ufficio di rappresentanza a Changsha su invito del governo della provincia dello Hunan. E proprio per questo io mi sono trasferito dall’Italia alla Cina”, racconta Varotti al Ducato. Cultura, turismo, tecnologie ambientali, economia e commercio: i due governi “gemelli” hanno lavorato insieme su tutto questo. “Ma quando nei giorni scorsi si è capito che le Marche erano una delle zone italiane più colpite dal contagio, è arrivato il gesto di vicinanza”, spiega Varotti.
Un gesto che è stato compiuto anche con un piccolo strappo alle regole diplomatiche cinesi. “Il governo cinese è particolarmente attento alle relazioni, ma è sempre molto cortese e molto formale. Per la prima volta nella storia, non era mai successo – dice Varotti – il segretario del partito provinciale e il governatore della provincia hanno mandato una lettera firmata da entrambi alla regione per manifestare una vicinanza a Luca Ceriscioli, al governo ma soprattutto alla gente e al popolo marchigiano augurandosi che l’emergenza passasse rapidamente”.
Dopo la lettera congiunta, hanno chiesto se in Italia, e in particolare nelle Marche, ci fosse bisogno di materiale sanitario e hanno deciso di spedire ventimila mascherine. E Varotti ha svolto il ruolo di mediatore. “Qui anche se si sta tornando verso la normalità, l’emergenza non è finita – racconta il marchigiano – e a loro, qui, serve ancora la roba. La gente per la strada gira ancora con le mascherine”. E in più, esiste una difficoltà oggettiva a spedire materiali. “E anche qui in Cina, come in Italia, sembra che l’unico canale efficace sia quello da governo a governo”, spiega. E così dopo che il governo italiano ha ricevuto, nei giorni scorsi, una donazione importante da parte del governo centrale cinese, queste 20 mila mascherine, che arriveranno all’unità di crisi della Protezione civile, sono il contributo, più piccolo, della provincia dell’Hunan.
“È una parte della mia vita che ne aiuta un’altra. La misura del successo di attività di scambio internazionale è data in primo luogo dalla creazione di amicizie sincere tra persone di culture e sensibilità diverse – racconta orgoglioso Varotti, che definisce il gesto come un segno di attenzione veramente inaspettato – Si sono dimostrati dei signori, anche nei modi. Hanno saputo mostrare una vicinanza umana. Sono una popolazione buona, che non fa mai mancare la propria attenzione e anche quando stavano male loro chiedevano come stavamo noi”.