di DAVIDE FANTOZZI E STEFANO SCIBILIA
URBINO – Pomeriggio ricco di novità per gli appassionati di arte. Guardando sia ai turisti che ai cittadini, sono state oggi aperte al pubblico la copia della tomba di Raffaello e la mostra “Luciano Ventrone – Il pittore dell’iperbole”.
La replica del sepolcro di Raffaello Sanzio sarà in esposizione permanente presso la chiesa dedicata alla Santissima Annunziata, annessa all’ex Convento dei Carmelitani Scalzi. A pochi metri di distanza, la statua che lo raffigura a Pian del Monte, la casa natia e la chiesa di San Francesco dove sono sepolti i genitori.
Il sindaco di Urbino Maurizio Gambini si augura che questi eventi possano contribuire a fare ripartire l’economia della città. Il pro-sindaco Vittorio Sgarbi, che interviene da remoto, dice, parlando della tomba dell’artista rinascimentale, che “l’illusione che essa sia reale è assoluta. Si ha la sensazione della materia e delle alterazioni che il tempo ha dato”. Il sepolcro, che Sgarbi descrive come “il testamento di Raffaello”, avrebbe ispirato Canova a costruire il Tempio per le proprie spoglie (simile al Pantheon) nella natìa Possagno.
La riproduzione è stata realizzata in resina dalla Factum Foundation nel 2020, in occasione dei 500 anni dalla morte di Raffaello. Esposta alle Scuderie del Quirinale, la replica è stata successivamente donata alla città di Urbino. I curatori hanno scelto di mantenere la copia il più fedele possibile all’originale, sostituendo i busti ottocenteschi posti a lato con due pannelli marmorei.
Pure in collegamento da remoto, il presidente delle Scuderie del Quirinale Mario De Simoni dice che “la città dove un grande artista nasce conserva segni visibili, meno presenti di quelli che sono i monumenti funerari […] forse perché il luogo in cui si compie la parabola di un grande artista è quello che poi viene più celebrato”.
Presenti, fra gli altri, anche il rettore dell’Università Carlo Bo, Giorgio Calcagnini, e l’onorevole Tullio Patassini, leghista, per il quale “la bellezza farà ripartire il territorio”.
Il “Caravaggio contemporaneo”
La mostra dedicata a Luciano Ventrone, recentemente scomparso, sarà visitabile fino al 27 giugno, nelle sale del Castellare di Palazzo Ducale. Sono 45 le opere iperrealiste esposte del “Caravaggio contemporaneo”, così lo definisce Sgarbi, curatore dell’esposizione, mostrando dietro di sé un suo ritratto fatto proprio dal pittore romano.
“Riusciva a rappresentare la realtà più bella della stessa […] Raffigurava non quello che si vede, ma la condizione psicologica”. Un autore popolare, afferma il pro-sindaco, che il mercato ha premiato, e i cui quadri “danno l’idea che Dio esista, che abbia creato quelle perfezioni che lui dipinge. Quindi Ventrone è il pittore di Dio”.
Parlando con Il Ducato, la moglie di Ventrone, Miranda Gibilisco, ha definito il lavoro del marito come quello di “uno studioso del comportamento dei colori. I principali sono cinque, ma la sua tavolozza ne contava più di 300”, descrivendo il suo metodo di lavoro basato sulle forme geometriche, invisibili all’occhio dell’osservatore, ma presenti in ogni suo quadro.