di GUGLIELMO MARIA VESPIGNANI
URBINO – Divertimento, autostima, resilienza. Queste sono le parole d’ordine di mister Maurizio Montalti, neo allenatore dell’Urbino Calcio. Pochi dogmi tattici e tante idee chiare, per un tecnico alla sua prima panchina in un campionato di categoria marchigiano. Montalti, che va a sostituire Antonio Crespi, arriva a Urbino dopo oltre 20 anni di carriera, un’esperienza da vice in Lega Pro a Rimini, ma sopratutto dopo la vittoria del campionato di Promozione 2018/2019 con il Ronco Edelweiss Forlì, oggi diventata Futball Cava Ronco. Al Ducato racconta il suo metodo di lavoro e che spirito porta nelle squadre che allena: “Nel calcio l’empatia è fondamentale. Qui ci sono davvero belle persone e la voglia di far bene è tanta. Con un po’ di pazienza spero di portare gioia e divertimento al calcio di questa città”.
Quali sono i motivi che l’hanno spinta ad accettare l’incarico?
La conoscenza e l’amicizia col direttore generale dell’Urbino Massimo Mignani è stata fondamentale. Avevamo già fatto due campionati insieme, uno in Promozione e uno in Eccellenza, a San Giovanni Marignano, e c’eravamo trovati molto bene. Mi ha chiesto se fossi interessato ad un incontro con il presidente Marco Lucarini e io ho accettato. Sia lui che tutte le altre persone della società mi hanno fatto dubito un’ottima impressione. Inoltre, l’organizzazione societaria e le strutture che ho trovato qui sono molto serie: allenare a Urbino vuol dire lavorare in delle strutture tranquillamente adatte alla Serie D e alla Lega Pro.
L’arrivo ad Urbino coincide con la sua prima esperienza nelle Marche. Cosa ne pensa del calcio di categoria di questa regione?
Alla Marignanese avevo già allenato giocatori marchigiani, alcuni dei quali, come Bolzonetti e Cazzola, hanno avuto un grosso impatto sulla mia squadra. Il calcio che si gioca nelle Marche è molto fisico e organizzato. Lo definirei granitico. Allo stesso tempo ci sono molti giocatori dal tasso tecnico non trascurabile: il livello delle squadre in campo si avvicina molto a quello che si può riscontrare in Serie D.
L’eccellenza riprenderà il prossimo anno dopo una stagione che tante squadre non hanno praticamente disputato. Come si aspetta di trovare il prossimo campionato dopo la lunga pausa forzata?
Questa è una vera incognita. Ancora oggi non sappiamo quando comincerà il campionato e quante squadre ne faranno parte. Le prime partite saranno un rebus, faccio davvero fatica a definire delle favorite sulla carta. Le gambe saranno arrugginite e quando stai fermo così tanto i pronostici contano poco.
Con quale modulo preferisce giocare e che tipo di calcio giocherà l’Urbino nella prossima stagione?
Io sono uno molto pratico, giocare ai moduli a me non piace. Il mio calcio si basa sul divertimento e sull’autostima. L’Urbino deve avere una propria identità di calcio, non guardare le rose delle altre squadre. Dobbiamo proporci a questo campionato facendo vedere che in testa c’è un’idea ben precisa: giocare a calcio cercando di fare la partita. Nelle mie squadre non deve esistere la parola paura: semplicemente, dobbiamo dare tutto in ogni occasione senza guardare chi sono gli altri.
Dopo il suo arrivo, ci può dire qualcosa in più sui piani a breve termine dell’Urbino Calcio?
Io ho tanta fiducia negli ottimi giocatori che abbiamo in rosa in questo momento: Fiorelli, Fatica, Marongiu, ma anche Emilio Docente, che ho sentito stamattina e che già volevo a Ronco quando vinsi il campionato due anni fa. Giocatori di spessore ed esperienza, che speriamo di poter tenere in squadra. Poi ci sono i giovani, come Pierucci, a cui voglio dare spazio. Dobbiamo partire da quello che siamo, incastrare diversi tasselli e fare quanti più passi in avanti possibili di domenica in domenica.
Si è già fatto un’idea sugli obiettivi a cui può puntare per la prossima stagione?
Col presidente sono stato chiaro: il nostro primo obiettivo è salvarci. Se poi dovesse venire qualcosina in più, ben venga. Per me le buone stagioni vivono sopratutto di serie positive: la capacità di trovare il buono in ogni situazione, la cosiddetta resilienza, è essenziale. Per questo dico che i moduli sono relativi e che, nel mio calcio, contano poco. Dobbiamo sempre pensare a giocare bene, divertirci e vincere.
Un messaggio ai tifosi dell’Urbino?
Ai tifosi voglio dire che mister Montalti è venuto qua per portare un sorriso. Il calcio è gioia e divertimento, e con un po’ di pazienza spero di trasmettere questo spirito all’Urbino Calcio e a tutta la città. Una cosa però voglio provare a prometterla: nella prossima stagione voglio ottenere un “filotto”, una bella striscia vincente. Questa è una piazza che se lo merita.