Tra gli studenti di Urbino alla Maturità: “Con la Dad è stata dura, ora si parte”

Maturandi del Liceo Artistico Scuola del Libro
di DAVIDE FANTOZZI, EMILIA LEBAN, MARIAELENA MARSICO, SARA SPIMPOLO

URBINO – Ore 8:30, oggi non suona la campanella, ma qualche studente entra comunque in classe. È il 16 giugno, il primo giorno degli esami di maturità. I ragazzi sembrano tranquilli, in cerchio davanti al portone dell’Itis Mattei chiacchierano tra loro. “La Dad è un casino, è difficile seguire e mantenere l’attenzione – dice Luca, della 5A – non vediamo l’ora di finire. Abbiamo già in programma un festone grosso, e poi un viaggio in Croazia”.

Il copione è simile a quello dell’anno scorso: “Ingressi scaglionati, autocertificazione, due metri di distanza dai commissari – dice al Ducato la professoressa Carnevale dell’Itis Enrico Mattei – l’ordinanza ministeriale ci consente di esaminare solo cinque alunni al giorno. Tutti, studenti e docenti, devono indossare la mascherina”. Non ci sono prove scritte ma un solo unico orale che dura circa un’ora. Per sciogliere la tensione si comincia con l’esposizione di un elaborato. L’unica differenza è che quest’anno molti dei maturandi hanno già ricevuto la prima dose di vaccino. Quello dell’anno scorso è stato un rodaggio importante per l’organizzazione – dice Francesca Piccardoni, vicepreside dell’istituto – le difficoltà fanno parte della normale amministrazione”.

Maturandi del liceo Raffaello all’uscita dalla scuola

Un salto tecnologico

“Ci siamo organizzati come potevamo – dice il vicepreside del Liceo Artistico Scuola del Libro, Andrea Passanisi – il secondo anno di pandemia non ci ha colti di sorpresa. Siamo partiti in Dad fin dal primo giorno, e quando si è potuti tornare in presenza abbiamo rivoluzionato gli orari per permettere agli studenti di fare i laboratori. Centinaia di device sono stati distribuiti alla scuola con i contributi statali. La cosa positiva è che questa situazione ci ha fatto fare un salto tecnologico che solo qualche anno fa sarebbe stato impensabile. Purtroppo, però, non sempre è stato sufficiente: c’era un ragazzo che si collegava da una piccola stanza con i fratellini, mentre altri da un portico in campagna. Paradossalmente si sono persi di più quelli con condizioni di partenza migliori, a causa dei problemi psicologici legati alla didattica a distanza”.

Nel cortile con lo spumante in mano, c’è Martina, che è stata la prima maturanda della scuola. “L’esame è più facile rispetto agli altri anni” racconta. Poco più in là ci sono i suoi amici Sara e Lorenzo, studenti di cinema e fotografia, che dicono: “Fare lezione in Dad è stato duro. Abbiamo dovuto rinunciare anche a gran parte dei laboratori. Ma adesso che è finita siamo felici e per il viaggio di maturità abbiamo deciso di restare in Italia”.

Conclude con un messaggio di speranza Luca, studente dell’Itis: “Se ce l’ho fatta io, ce la possono fare tutti”.Nel frattempo, Rebecca, prima maturanda del liceo classico è ancora in aula. Ad aspettarla all’uscita ci sono la mamma e la sorella, che è la prima ad abbracciarla quando finisce l’esame. “Ero ansiosa – dice – ma i professori sono stati bravi a rendermi sicura. Nel complesso sono soddisfatta, il mio elaborato aveva come tema il valore della tenacia”. Non è superstiziosa, durante la notte prima degli esami ha ascoltato la famosa canzone di Antonello Venditti. Nei suoi piani c’è il test di medicina, ma per ora si godrà qualche giorno di vacanza.Tra amici e coriandoli colorati festeggia Sara: ha appena concluso il suo percorso di studi al liceo linguistico Raffaello. In mano ha un mazzo di fiori e ora pensa al futuro, vuole cambiare aria trasferendosi a Bologna, per conoscere posti nuovi. Lì vuole studiare giurisprudenza. “Ho passato la notte prima degli esami studiando – racconta – per prima cosa mi hanno chiesto l’elaborato personale, il tema che ho scelto è: Genitori e figli, il tramonto del patriarcato”.

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