di DAVIDE GRESTA ZUCCHI e GUGLIELMO MARIA VESPIGNANI
ANCONA 26 GIU – Appena arrivati in Piazza Cavour basta guardare negli occhi i presenti, tra cui anche vari urbinati, per capire che quello di quest’anno non è un Pride come gli altri. Dopo un’edizione 2020 celebrata esclusivamente in forma virtuale, la manifestazione per i diritti lgbt+, organizzata e promossa dal comitato Marche Pride, torna a prendersi le piazze di Ancona, come delle città di tutta Italia.
La centralità della lotta all’omolesbotransfobia nel dibattito politico, italiano e internazionale, emerge dai tanti interventi delle realtà aderenti. Associazioni, gruppi informali e persone gay, trans, non binarie urlano contro i recenti episodi di violenza subiti da membri della comunità lgbt+: naturali, dunque, gli applausi quando viene nominato il Ddl Zan, il disegno di legge su cui è imperniata, in questo momento, la battaglia per i diritti civili in Italia.
Il Pride per i diritti di tutti
Ma non è tutto qui. La denuncia contro l’oppressione delle minoranze riguarda anche gli innumerevoli recenti casi di morti sul lavoro: il ricordo del bracciante agricolo Camara Fantamadi, ucciso dal sole cocente solo due giorni fa, genera un forte grido di rabbia dai partecipanti – oltre mille persone, secondo gli organizzatori – provenienti da tutta la regione. La protesta si estende dunque ben oltre il confine dei diritti civili, e, come testimoniato da tanti cartelli della piazza, va a toccare tanti altri temi e rivendicazioni, dall’antifascismo ai diritti dei disabili.
Questa è anche la posizione di Arcigay Agorà Pesaro-Urbino, tra i gruppi più attivi nel territorio urbinate: “La trasversalità delle rivendicazioni è importantissima per il Marche Pride. Le battaglie per noi sono intersezionali: nessuna persona va lasciata indietro” afferma Giacomo Galeotti, presidente dell’associazione. Due le realtà di Urbino aderenti, a cui si aggiungono gli studenti UniUrb che hanno deciso di scendere in piazza.
Educare all’uguaglianza dalla scuola primaria
Giulia Del Pivo, presidente dell’associazione studentesca Gap Urbino (Gay and Proud Urbino), descrive la manifestazione come “una lotta per i diritti e una marcia contro le discriminazioni che la comunità lgbt subisce tutti i giorni”. E vorrebbe che anche il mondo dell’istruzione facesse la sua parte: “Questo potrebbe garantire maggiore uguaglianza fin dalla scuola primaria, con un’istruzione legata anche alle tematiche di genere”.
Anche lei affronta la questione Ddl Zan, che include una giornata contro l’omolesbotransfobia nelle scuole, comprese quelle cattoliche. Su questo, Giulia non ha dubbi: “Molti cattolici fanno parte della comunità lgbt+, una giornata di sensibilizzazione aiuterebbe anche queste persone a sentirsi tutelate”.
Pronti a manifestare a oltranza
Il tema scalda il cuore, e anche i nervi. Inevitabile pensare al caso dello studente dell’Università di Urbino aggredito a Montecchio, e a quanto il Ddl Zan potrebbe incidere nel prevenire brutali aggressioni come queste. Galeotti commenta: “La situazione della violenza omolesbotransfobica a Urbino è grave come nel resto d’Italia. Molte segnalazioni non vengono formalizzate in processi penali, anche perché molti, purtroppo, non denunciano”. Ma la battaglia continuerà: “In caso di mancata approvazione del Ddl Zan la risposta sarà manifestare ad oltranza. Il testo è già un compromesso al ribasso, non accetteremo niente di meno”.