URBINO, 13 LUG. – Il giudice del Tribunale di Urbino, Egidio De Leone, ha sentito oggi tre testimoni del processo a carico di Domenico Londei, imprenditore di origini urbinati, imputato per reati tributari. Le accuse sono di dichiarazione infedele e fatture o altri documenti per operazioni inesistenti.
Il luogotenente del nucleo finanziario della Guardia di Finanza di Pesaro, Bostrenghi, ha confermato che le indagini su Londei sono emerse dai risvolti amministrativi dell’operazione Torre d’Avorio, che riguarda flussi finanziari da e per la Repubblica di San Marino che evadevano le regole internazionali.
Come ha ricordato Bostrenghi, il caso riguarda operazioni di una società, con sede legale a Roma, con alcune società tunisine per materiali edilizi. Sarebbero stati accreditati più di 150 milioni di euro su conti a San Marino tra il 2006 e il 2012. Secondo l’accusa, le fatture di quei pagamenti erano ricevute per operazioni mai avvenute e gli inquirenti ipotizzano che la sede effettiva della società sia a Pesaro.
L’altro testimone delle Fiamme gialle, il maresciallo della Guardia di Finanza Flavio Sabatini, ha raccontato come queste ipotesi siano scaturite anche dalla visione di email e documenti durante delle perquisizioni alla Lomarpref srl di Petriano, di cui Londei è amministratore.
Ascoltata anche Claudia Marini, della Agenzia delle entrate, la quale ha notato come San Marino, nel 2013, risultava ancora nella black list, la lista dei cosiddetti paradisi fiscali, da cui è uscita nel 2014.
Dopo l’ascolto dei testimoni, il giudice ha rinviato l’udienza al 19 aprile 2022.
emm