Di ALICE TOMBESI
URBINO – Ora che la scuola è finita, famiglie, studenti e professori non fanno che chiedersi come sarà a settembre. Le vacanze sono appena iniziate, per tutto il resto mancano certezze: “Per me, purtroppo, si ripartirà con la didattica a distanza” dice una professoressa. “Io spero che questa lunga e difficile esperienza sia stata solo una parentesi” aggiunge un altro docente. Ma alla fine, commenta il vicepreside dell’Itis di Urbino, Giulio Venturi, è inutile fare previsioni perché “per settembre siamo legati alle disposizioni dei comitati tecnici-scientifici che ancora non si sono pronunciati”.
Alternare le lezioni in classe con quelle da casa, per gli studenti è ormai un’abitudine. E rientra nella routine degli insegnanti sentire la propria voce filtrata dallo schermo di un computer. I maturandi che hanno affrontato l’esame di stato, poi, sapevano già che anche quest’anno la prova scritta sarebbe stato sostituito da un’unica discussione orale. Non c’è previsione che non lasci il posto ad un’altra perché, dei cambiamenti sul sistema scolastico, non si sa ancora cosa rimarrà e cosa no.
Il destino della Dad
Il primo nodo da sciogliere in vista dell’inizio del prossimo anno scolastico è, quindi, se continuare con la didattica a distanza o no. Alcuni insegnanti vorrebbero ricominciare definitivamente in presenza: “La lezione ha tutt’altro valore se fatta in classe” dice la dirigente dell’istituto comprensivo Volponi di Urbino, Maria Lorena Farinelli. Per altri la struttura costruita in questi mesi può continuare a essere utilizzata anche una volta usciti dalla pandemia: tra i pochi aspetti positivi che lascia il virus, infatti, c’è l’accelerazione della rivoluzione digitale nelle scuole”. Alcune delle attività extra curricolari potranno continuare ad essere svolte online” ha detto il preside del liceo classico Raffaello, Daniele Piccari. Probabile, però, che gli studenti dovranno convivere con la didattica a distanza ancora per un pò.
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Trasporti, la strada in salita
L’altra variabile da tenere in considerazione è quella dei trasporti. Ci sarà un numero di corse sufficienti a far sì che gli studenti siano abbastanza distanziati sugli autobus? A Urbino il tasso di pendolarismo è alto ma il problema principale è un altro: “A prescindere dal numero di corse che si possono aggiungere, rimane la conformazione del territorio” continua Giulio Venturi. La città non è facile da raggiungere col trasporto pubblico, tra curve strette e salite ripide: aumentare le corse vorrebbe dire incrementare il traffico e rallentare l’arrivo in classe degli studenti. Per Massimo Benedetti, direttore di Adriabus, l’azienda di trasporto pubblico della provincia di Pesaro-Urbino “è una questione di sistema. Quando si programmano gli acquisti ci sono procedure di gara e tempi di consegna molto lunghe. Abbiamo più veicoli e personale ma ancora mancano gli elementi per fare previsioni certe sull’inizio della scuola”.
Il covid ha imposto un massimo di capacità degli autobus dell’80 per cento e la Regione Marche si è occupata delle spese dei servizi aggiuntivi.
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Vaccinare gli alunni
L’ultimo punto interrogativo sono i vaccini. Quanto tempo dovrà passare prima che anche la fascia dei più giovani sia immune al virus? Nei primi mesi del 2021 la scuola è stato un facile bacino di contagio. Fino a oggi sono ancora molti gli studenti che attendono la prima dose mentre per la fascia che va da zero a dodici anni, non c’è ancora un vaccino autorizzato. Il contagio nelle scuole di Urbino, comunque, è stato tenuto abbastanza sotto controllo. Al liceo classico, ad esempio “in un anno è capitato solo quattro volte e, a parte il soggetto positivo, il resto della classe era negativa. Vuol dire che le misure di sicurezza hanno funzionato” dice Piccari. E alla Volponi “le quarantene sono state pochissime” afferma la preside Farinelli.
Se uno studente risultava positivo al covid, tutto il resto della classe – docenti compresi – veniva messo in quarantena e le lezioni proseguivano a distanza. Da un certo momento in poi, la campagna vaccinale ha cominciato a dare i suoi frutti e, con il personale scolastico coperto dai rischi di contagio, le classi costrette alla quarantena sono state relativamente poche.