URBINO – Urbino nel Rinascimento non era solamente un circolo di grandi pittori e architetti. Era anche la patria dell’umanesimo matematico. Un esempio sono le macchine di Francesco di Giorgio Martini, architetto militare che a lungo visse a Urbino. Meno celebri di quelle di Leonardo, ma altrettanto geniali e famose nel suo tempo, tanto che lo stesso da Vinci – che per conto dei Borgia girava nei territori del centro Italia – ci teneva a vedere Urbino per conoscere lui e le sue macchine. In un’epoca senza il copyright, Urbino era una miniera d’oro.
Ora c’è un progetto per dare nuova vita con una app a quelle macchine che Federico da Montefeltro aveva subito fatto incidere su delle formelle in pietra messe alla base esterna del palazzo ducale.
Il progetto
“In quel periodo, mi si passi il termine, il giro buono era qui” dice, seduto dietro una grande scrivania su cui spicca una maschera di Iron Man, il prof Laerte Sorini. Dirige il centro di studi “Urbino e la prospettiva”, capofila, con l’Itis Enrico Mattei di Urbino e la Biblioteca Olivieri di Pesaro che ha vinto un bando da centomila euro del Mur sulla divulgazione scientifica. Il progetto è stato scritto fattivamente dal professore Pierluigi Graziani dell’Università di Urbino e da Davide Pietrini del centro Urbino e la prospettiva che il prof Sorini ha ringraziato pubblicamente in un comunicato. L’Università e Biblioteca Olivieri studieranno le 72 formelle, ricavando dei disegni che all’Itis Mattei svilupperanno in realtà virtuale grazie a un’app.
“È un percorso in cui si passa così da un’immagine di una scultura su un foglio a una ricostruzione 3D. Si capiscono così i sistemi della macchina” – dice il prof Francesco Serafini, mentre nell’aula docenti dell’Itis muove il tablet che proietta una sega idraulica progettata e costruita nel XV secolo. “Si vede la corda che tira in modo automatico la corda che tende il tamburo e muove la sega. Tutto questo sarà visibile in movimento con la realtà aumentata. Così la persona che andrà a vedere l’esposizione con l’app o con un tablet potrà interrogare tridimensionalmente la macchina, di vederla in funzione e magari usare quelle rilevazioni per nuovi esperimenti fisici”.
Nuova vita alle macchine del Rinascimento
Federico da Montefeltro aveva installato le formelle all’esterno del Palazzo Ducale così che anche un artigiano, passeggiando, avrebbe potuto ammirare quelle macchine di guerra e di pace che dimostravano la potenza del duca, ma anche la sua lungimiranza. È il primo caso di divulgazione scientifica aperta al pubblico.
Anche nelle altre signorie del centro-nord esistevano questo tipo di rappresentazioni, ma spesso ritraevano santi. Quelle che raffiguravano macchine erano sempre dentro al palazzo. A Urbino, invece, il duca si apre alla città. Le formelle erano infatti fuori dal palazzo per mostrare la magnificenza del duca, certo, ma anche per fornire una sorta di enciclopedia a uso e consumo del cittadino.
Così fu fino al XVIII secolo, quando Francesco Bianchini, astronomo e storico, le porta all’interno per farne delle incisioni artistiche. Da allora sono nel palazzo, ora nell’antica biblioteca del duca, prima delle scale che portano alla Galleria nazionale delle Marche. Se non vengono conosciute e protette questo unicum andrà perso.
Dall’umanesimo matematico alla realtà virtuale
Da anni il centro di studi diretto dal prof Laerte Sorini si impegna per evidenziare come Urbino debba la sua fama non solo a Piero della Francesca e Raffaello Sanzio ma anche a figure come di Giorgio Martini, Federico Comandino, Luca Pacioli, che impersonavano il genio rinascimentale e frequentavano abitualmente quella che oggi è Piazza Rinascimento. La scuola matematica urbinate fu il punto di partenza per la scienza rinascimentale, che si può definire la prima scienza moderna che toglie “la mano di Dio” dai trattati di fisica.
Da qui a due anni
La missione del progetto è divulgare la scienza in chiave innovativa. Vedere una catapulta o un argano per il recupero dell’acqua e vederla in funzione sono due cose diverse e grazie al progetto questo sarà possibile.
Serafini, Graziani, Pietrini, Serafini e la dottoressa Brunella Paolini si dicono tutti entusiasti. “È un bel riconoscimento. Abbiamo chiesto il massimo e l’abbiamo ottenuto. Un 20% di forza lavoro sarà autofinanziato. È il quinto progetto in Italia e vuol dire che il progetto è anche scritto e concepito bene e soprattutto servirà a valorizzare la scuola matematica urbinate”, continua Sorini. “I progetti spesso diventano prototipi che poi finiscono. Noi vogliamo fare qualcosa che rimanga qui a Urbino. A breve ci sarà una riunione con il direttore del Palazzo Ducale per capire se sia possibile fornire le formelle che sono ora lì di supporti digitali che rendano vivo quel pezzo di storia. Questo porterebbe finalmente una sezione scientifica a Palazzo Ducale”.