URBINO, 16 SET. – Una discarica abusiva di oltre 1.250 metri quadri è stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Pesaro e Urbino nella zona di Cagli, a ridosso del Parco naturalistico del Furlo e delle rive del Candigliano. Si teme che vi possa essere stato stoccato materiale pericoloso, in particolare amianto.
L’area veniva utilizzata da un uomo di 50 anni, residente a Cagli ma non originario di lì, che è stato ora denunciato alla Procura di Urbino, e che ora rischia dai sei mesi ai due anni per il reato di attività di gestione di rifiuti non autorizzata. Le generalità dell’uomo non sono state rese pubbliche. Nonostante la proprietà dell’area fosse dei genitori dell’uomo, questi ultimi non sono stati denunciati.
Secondo la Procura di Urbino, infatti, si hanno ragioni per ritenere che non fossero a conoscenza dell’utilizzo che il figlio faceva del terreno. Per la Guardia di Finanza di Urbino, che ha posto sotto sequestro l’area, è ancora presto per poter dire se l’uomo facesse parte di un’organizzazione criminale, ma i finanzieri si dicono sicuri del fatto che non abbia portato lui i rifiuti nel luogo.
Le indagini sulla zona hanno avuto origine da alcune attività di controllo della Guardia di Finanza a Cagli, durante le quali erano stati individuati cumuli sospetti. Non essendo possibile accedere all’area, in quanto la zona era recintata e di difficile accesso, è stato chiesto l’intervento della Sezione aerea della Guardia di Finanza di Rimini, che ha messo a disposizione un elicottero per effettuare dei rilievi fotografici dall’alto. I finanzieri hanno quindi potuto stabilire che si trattava di un accumulo di rifiuti.
Successivi accertamenti hanno evidenziato come i proprietari dell’area non avessero un’autorizzazione per la gestione di tale materiale. La perquisizione che ne è seguita ha riguardato anche un immobile adiacente alla discarica abusiva, dove risiedeva l’uomo che utilizzava il terreno.
Nell’area sono stati trovati, tra gli altri, oltre 60 frigoriferi e congelatori, cinque metri cubi di copertoni usati, motori e parti meccaniche di diverse autovetture (alcuni dei quali perdevano olio), batterie per automobili, decine di biciclette e ingente materiale di scarto da lavorazione edile. Molti dei rifiuti sono stati catalogati come pericolosi e sono ancora in corso accertamenti con l’Arpam (Agenzia regionale protezione Ambiente Marche) per controllare l’eventuale presenza di amianto. Una volta effettuate tutte le verifiche, la zona verrà bonificata da un soggetto che verrà indicato dalla Procura di Urbino.
sa.sp.-gp