Fossombrone: spaccio, tentata estorsione e minacce. La parte lesa in aula racconta

Tribunale di Urbino
di ENRICO MASCILLI MIGLIORINI

Il collegio del Tribunale di Urbino presieduto dal giudice Massimo Di Patria ha rinviato al 16 marzo 2022 il processo per tentata estorsione e minacce che vede imputati Nicolas Selva e Luigi Marietti. Dall’udienza di oggi è emersa l’urgenza di ascoltare anche Maicol Truffi, pure lui accusato per lo stesso reato, che ha già patteggiato. Solo la sua testimonianza può confermare o meno la presenza dei due imputati sulla scena della tentata estorsione ai danni di Massimiliano Meschini.

È il 3 ottobre 2017 quando Meschini, che vive a Berlino dal 2018, si presenta alla stazione dei carabinieri di Fano e denuncia al capitano Luigi Grella di avere subito un’aggressione e una tentata estorsione il 20 agosto precedente da parte di due spacciatori di cocaina a Fossombrone, Maicol Truffi e Luca Lucarelli, e di altre tre persone.

Cocaina e debiti

Meschini conosce Lucarelli da almeno 15 anni, ha acquistato cocaina da lui da fine 2015 a metà 2016, anno in cui va a Torino. È stato ascoltato oggi in Tribunale, dove ha dichiarato che da Lucarelli acquistava “50 grammi di cocaina ogni due settimane, da lui o da Truffi. Lavoravo come operaio all’Ima e iniziai ad acquistare circa 10 grammi alla volta, che per 50/60 euro al grammo dava un totale di 600 euro al massimo. Riuscivo a coprire il costo con il mio stipendio, poi ho iniziato a prenderne sempre più”.

Ad aprile 2016 ha accumulato seimila euro di debito con Lucarelli. Allora decide di partire per Torino, dove lavora nel ristorante gestito dal cugino per circa due anni mettendo da parte duemila euro. “Mi sentivo più calmo e ho pensato di potere tornare a Fossombrone per riparare al danno”.

“Mi sono ritrovato una pistola in faccia”

Un sabato sera incontra Truffi mentre porta a spasso il cane. Gli dice che è tornato per restituire i soldi a Lucarelli, ma che non sa come avvicinarsi. Maicol gli dice di stare tranquillo, che Luca capirà e che accetterà i soldi. Questo accade un paio di giorni prima del 20 agosto.

L’appuntamento per la trattativa è nella piazza centrale di Fossombrone, Truffi va a prendere Meschini con una Polo ma “una volta in macchina mi porta nella zona alta del paese, che noi chiamiamo cittadella”. La zona, come confermato dal sopralluogo dei carabinieri nelle indagini, è disabitata: sono circa le dieci di sera ed è buio. Meschini vede una luce che lo punta, viene da una torcia che avrebbe avuto in mano Lucarelli. La luce gli permette di identificare Luigi Marietti e Mirco Bolognini, oltre a un ragazzo che non riconosce.

“Luca mi fa la perquisizione, per vedere se porto armi con me. Come alzo gli occhi mi ritrovo una pistola in faccia. La tiene il ragazzo che non conosco, che poi mi hanno detto essere Nic di Rimini. Mi dà una botta col calcio e poi mi fa inginocchiare, poi passa la pistola a Luca. Lui mi stende a terra e si mette col ginocchio sul petto, intanto mi preme la canna della pistola sulla guancia, urlandomi: ‘Non è uno scherzo, se non mi dai i soldi ti sparo'”.

“Tieniti i soldi, ti serviranno per le protesi alle gambe”

Secondo la testimonianza di Meschini, la scena dura quasi un minuto. Lui si rialza e loro se ne vanno verso il centro storico, passando sotto un lampione. Allora riconosce chiaramente Marietti, Bolognini e Lucarelli, mentre è lo stesso Truffi a dirgli che il quarto è Nic di Rimini. Dalla lettura delle carte processuali, tempo dopo, Meschini scopre che l’imputato è Nicolas Selva.

Per confermarlo, però, serve la testimonianza di Maicol Truffi, dal momento che Meschini stesso ha ammesso di non essere in grado di riconoscerlo tutt’oggi. Dopo l’episodio Meschini resta una settimana a Fossombrone. Con Lucarelli ha una scadenza di due mesi per restituire il denaro e l’idea è di lavorare a Torino e rimediare.

Quando un suo amico viene picchiato da Marietti per sapere il suo indirizzo a Torino, si agita. Lucarelli pretende mille euro su un conto Western Union per provare la serietà del patto ma quando Meschini gli confida che non può fare la transizione perché ha perso la carta d’identità la risposta di Lucarelli è: “Tieniti i soldi, ti serviranno per le protesi alle gambe”.

Prima di Meschini aveva testimoniato il comandante dei carabinieri Luigi Grella, che ha guidato le indagini da cui è emerso che il fatto è realmente accaduto e che Bolognini, Lucarelli e Truffi sono coinvolti. A lui Meschini fa leggere il 3 ottobre i messaggi che Lucarelli gli invia.

Meschini si trasferisce a Berlino, dove interrompe i contatti con l’Italia e cambia numero di telefono. È tornato a casa tre o quattro volte da 2018 e, dice, “dall’aeroporto di Bologna a casa mia al Furlo ho paura”. Non ha mai restituito il denaro a Lucarelli. Il 16 marzo verrà ascoltato Truffi e si valuterà se e quanto Selva e Marietti siano coinvolti nei fatti.

About the Author

Enrico Mascilli Migliorini
Irpino innamorato del mare parlo solo e volentieri di musica. Nasco nel 1994 e mi laureo in Storia con una tesi sulla censura e il primo catalogo dei libri proibiti nella triennale a Firenze. Nella tesi di laurea magistrale a Bologna studio il popolo rom, detto zingaro, diventato parte integrante della mia vita soprattutto grazie al progetto CNR-UE Municipality 4 Roma.

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