URBINO, 6 OTT- Dal 2010 al 2017 hanno aperto 10 aziende del settore tessile nel Montefeltro, le hanno intestate ad altri, hanno incassato in contanti le commesse provenienti dalle varie ditte di moda e infine hanno chiuso le attività. Questa operazione ha fatto diventare ricchi due fratelli cinesi, Z.R e Z.H. e il marito di una di loro. Ma ora sono accusati di aver evaso il fisco per circa 3 milioni e 600 mila euro tra Iva, contributi previdenziali e imposte sul reddito non pagati.

Secondo quanto riportato ieri dalla Guardia di finanza all’udienza presso il tribunale di Urbino, l’operazione di chiusura delle aziende permetteva agli indagati di sparire dai registri fiscali, così da non trovarsi mai a fare i conti col fisco italiano.

I tre cittadini cinesi sono accusati anche di aver usato gli stessi macchinari in tutte le nuove sedi delle aziende, le quali avevano come indirizzi i due capannoni a Fossombrone di proprietà degli imputati e vedevano impiegati  sempre gli stessi dipendenti.

I titolari formali di queste start up non coincidevano con i proprietari di fatto, bensí le nuove aziende venivano intestate a  parenti o conoscenti dei tre cinesi, che poi sparivano senza lasciare tracce di sé.

La vicenda, esaminata dal collegio presieduto dal giudice Massimo di Patria, si è rivelata così complessa, che le parti hanno deciso di far depositare agli atti  la relazione della Gdf, in modo da permettere sia all’accusa che alla difesa di esaminare i documenti e fare chiarezza sulle varie zone d’ombra che ancora circondano la vicenda. L’udienza è stata quindi rinviata a Dicembre 2021.

ro.ro.