Lella Mazzoli: “Cosa resta del De vulgari eloquentia, la lingua comune secondo gli italiani”

Di LELLA MAZZOLI
URBINO – Il tema del Festival del giornalismo culturale di quest’anno vuole in primis omaggiare Dante, il sommo Poeta. E lo farà non solo per la sua Commedia  – cui abbiamo sottratto l’aggettivo Divina per aggiungerlo a Cultura così che il tema del festival di quest’anno è proprio Divina Cultura -, ma soprattutto  vorremmo celebrare  il De Vulgari Eloquentia, opera nella quale Dante sostiene la necessità di una lingua volgare comune a tutti.  È lì che, pur avendola scritta in latino, Dante invita all’uso di una nuova lingua.
Cosa resta di quell’italiano, cosa pensano dell’attuale modo di parlare e raccontare gli italiani? In proposito tra gli interventi al festival, come ogni anno, c’è la presentazione dei dati della ricerca dell’Osservatorio News-Italia del LaRICA dell’Universita di Urbino Carlo Bo che quest’anno con la prestigiosa collaborazione di Ipsos ha chiesto a 1000 italiani cosa pensano della nostra lingua, chi la difende? Come avviene se avviene questa difesa? Impoverimento o arricchimento? Quale ruolo hanno la scuola e le pagine culturali dei giornali? Saranno questi, fra gli altri, i quesiti cui la ricerca tenterà di dare risposta.
Per questo, oltre che chiedere conto a un campione di italiani, abbiamo anche intervistato illustri linguisti, semiologi e giornalisti per sentire anche l’opinione degli esperti. Ad esempio: lo sapevate che il 52% degli italiani pensa sia normale che il web cambi il nostro modo di scrivere e parlare? Molto altro scoprirete dai dati della ricerca Ipsos/LaRiCA che verranno presentati in apertura del Festival l’8 ottobre alle 15 a Palazzo Ducale.

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