di BEATRICE GRECO
URBINO – È prevista la nascita di una nuova struttura per le emergenze sanitarie a Urbino, grazie ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), il pacchetto di finanziamenti messi in campo dall’Europa per stimolare la ripresa dell’economia dopo la pandemia. “E’ un progetto per intervenire sul pronto soccorso” ha spiegato al Ducato l’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini, che oggi – insieme alla giunta della Regione Marche – ha approvato il piano di attuazione del Pnrr per la sanità e ha dato l’ok all’aggiornamento del Masterplan per l’edilizia ospedaliera.
Dei 182 milioni di euro previsti dal Pnrr, oltre 68 milioni saranno destinati all’assistenza sanitaria territoriale, realizzando 29 case di comunità, nove ospedali di comunità e 15 centri operativi territoriali. “Si tratta di strutture intermedie in grado di fornire assistenza sanitaria di breve durata – ha spiegato Saltamartini -. L’idea è di sopperire alla carenza di servizi sul territorio”.
Gli interventi per la sanità previsti non riguardano solo strutture, ma anche investimenti in macchinari, digitalizzazione e telemedicina. Con le decisioni di oggi, al Masterplan della Regione si aggiungono 157 milioni di euro che si vanno a sommare a quelli già programmati, portando i fondi previsti per il rilancio della sanità marchigiana a 923 milioni di euro, provenienti da diverse fonti di finanziamento.
Tre i nuovi ospedali previsti dal Masterplan dell’edilizia sanitaria: uno a Pesaro (costo 150 milioni), uno a Macerata (già oltre 60 milioni disponibili sui 140 milioni previsti) e l’ultimo a San Benedetto del Tronto (costo 80 milioni).
Nel piano anche sei nuove strutture per le emergenze, di cui una proprio a Urbino oltre che a Fano, Senigallia, Fabriano, Civitanova Marche e Ascoli Piceno.
Tre i nuovi ospedali di comunità, in grado di fornire assistenza sanitaria di breve durata, che dovrebbero sorgere a Cagli, Fano e Tolentino. Fondi sono previsti anche per l’ospedale di Pergola, che sarà integralmente ristrutturato.
Si tratta di una “svolta storica” per la sanità marchigiana, secondo il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli.