DI EMILIA LEBAN
URBINO – “Qui a Mosca non si ha paura della guerra. Ma se dovesse scoppiare, il casus belli verrà sicuramente dagli Stati Uniti”. A parlare è il professor Igor Pellicciari, docente all’Università di Urbino nel dipartimento di Economia, Società e Politica. Da quasi vent’anni vive a Mosca e fino allo scoppio della pandemia faceva avanti e indietro con Urbino, dove insegna diverse materie tra cui storia delle relazioni internazionali. Parlando con il Ducato illustra la sua visione delle tensioni tra Russia e Stati Uniti: “Io continuo a pensare che non ci sarà la guerra – dice -. Ma basta poco perché si crei un incidente di confine e la guerra scoppi”.
“Biden è in cerca di un diversivo esterno”
È vero, la Russia ha fatto delle operazioni non abituali, spiega, ma nessuno, né a Kiev né a Mosca, pensa concretamente che ci sarà un’invasione: la retorica della tensione è stata fomentata dagli Stati Uniti. “Joe Biden si trova in un momento di difficoltà politica interna. E con le elezioni di midterm che si avvicinano continua a perdere terreno nei sondaggi”.
“La popolazione ucraina non è preoccupata”
Quanto agli ucraini, la loro è una posizione molto complicata. Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha ribadito che la situazione è tranquilla e che la vita continua a scorrere normalmente. “È chiaro che Zelensky, in qualità di capo dello Stato, cerca di ammorbidire i toni – osserva Pellicciari -. Le tensioni hanno contribuito a rendere instabile e nervosa la popolazione ucraina, però la preoccupazione generale non è paragonabile a quella cui fanno riferimento gli Stati Uniti”.