di GUGLIELMO MARIA VESPIGNANI
URBINO, 21 FEB – Era cominciato da poco il secondo semestre dell’Anno accademico 2019/2020, quando in Italia iniziò l’incubo del covid: Codogno, Mattia Maestri, le zone rosse e il primo caso marchigiano in provincia di Pesaro-Urbino. Neanche due settimane dopo gli studenti dell’Università di Urbino si trovavano chiusi in casa, assieme a milioni di colleghi in tutto il Paese.
Esattamente due anni dopo, lunedì 21 febbraio 2022, giorno di inizio del secondo semestre dell’Anno accademico in corso, l’UniUrb è ripartita con le lezioni in presenza al 100%. Eccezion fatta per Scienze Motorie, che riprenderà gli insegnamenti a partire da lunedì 28 febbraio, gli altri corsi di laurea dell’Ateneo hanno riaperto le porte a tutti gli iscritti. Alla modalità in presenza, per cui è ancora obbligatoria la registrazione sul sito dell’Università, è ancora affiancata la frequentazione online, equivalente anche per i corsi con presenza obbligatoria.
Un nuovo inizio
E con il ritorno nelle aule si sono ricominciate a riempire di studenti anche le strade e le piazze della città. Tanti e tante, oggi, sono i ragazzi e le ragazze rimaste in giro appena finita la lezione, consapevoli che questa giornata rappresenta un po’ un nuovo inizio: “È stato bello ed entusiasmante, sicuramente meglio delle lezioni online” dice Annalisa, studentessa di Chimica e Tecnologie Farmaceutiche, che però sottolinea anche come non tutti i suoi colleghi sono venuti in città per la riapertura dell’Università. “In aula eravamo forse un terzo dei frequentanti del corso”.
Una fotografia di questo primo giorno che trova riscontro anche nelle parole di Pietro, iscritto a Informazione Media e Pubblicità “Mi ha fatto piacere tornare all’approccio diretto con il professore, ma soprattutto rivedere i ragazzi. Una sensazione diversa che aspettavo da tempo. Molti studenti però a lezione non c’erano, per vari motivi. Gli assenti erano soprattutto coloro che non hanno preso casa a Urbino. Chi chi lo ha fatto oggi in aula ci è venuto”.
Ma c’è chi non si è trasferito
Nicole ha fatto il suo ritorno alla didattica in presenza in un’aula semivuota, sempre a Informazione Media e Pubblicità: “Eravamo in 15, mentre 108 persone partecipavano a distanza. Questa presenza residuale è principalmente dovuta al fatto che gli studenti non hanno preso casa all’inizio dell’anno accademico, e quindi frequentano anche le lezioni obbligatorie da remoto”. Un dato confermato anche da Elisa, che commenta così: “Secondo me è un po’ una questione di comodità: tante persone stanno lontane e non vogliono rischiare di prendere una casa senza la certezza che la situazione covid non peggiori di nuovo”.
Ma non a tutti questa situazione dispiace: ad esempio Carla, studentessa di Geologia Ambientale e Gestione del Territorio, ci dice “è vero, siamo un po’ pochini, ma di positivo c’è che se si verifica qualche problema i prof ti dedicano molte più attenzioni ed è bello interfacciarsi direttamente con loro”.
Dall’Ufficio Tecnico-Amministrativo, l’Università fa sapere che i dati ufficiali non sono ancora disponibili: “Per capire quanti studenti si sono registrati e quanti sono effettivamente andati in aula occorre aspettare un po’ di tempo per l’elaborazione dei dati. Un solo giorno, il primo, non è comunque significativo: tra qualche settimana capiremo come sta andando questa ripartenza”.