di BEATRICE GRECO
URBINO – “La mia più grande paura è non riuscire a rivedere i miei genitori”. Mariia Fedun, studentessa proveniente dall’Ucraina, ha la voce rotta mentre si confida al Ducato a telecamere spente. È arrivata a Fermignano sei anni fa, ma i suoi parenti sono rimasti nelle zone di guerra. “Non riesco a pensare ad altro – continua – . Tutti i miei pensieri sono per l’Ucraina. Non riesco più a studiare, a dormire”.
Mariia vive qui con il marito e la sorella, studia per diventare operatrice sanitaria e collabora con la Pro loco di Fermignano. È appassionata di fotografia e per questo in paese la conoscono tutti: “Ci chiede sempre se vogliamo farci fotografare – dice, con un sorriso, una fermignanese – . Io non sono fotogenica, ma lei è davvero brava”. La madre e il padre di Mariia invece abitano vicino a Ivano-Frankivs’k, al confine con la Romania. “Non vogliono venire qui – dice -. Hanno fatto tanti sacrifici per costruirsi una casa lì e non vogliono lasciare tutto”.
Un legame stretto e saldo con la propria terra. Quello stesso legame che ha spinto il cugino di Mariia a fare il viaggio nella direzione opposta. “Vive in Germania da anni, ha 45 anni , fa l’operaio lì e sta bene – spiega la ragazza – . Ma appena ha saputo che la guerra era iniziata non ci ha pensato molto ed è subito tornato in Ucraina”.
DIARIO DALL’UCRAINA – Le voci da sotto le bombe
Gli anni lontani dalla propria terra non sono bastati a dimenticarla. “Chi è ucraino, si porterà sempre l’Ucraina nel cuore” afferma Mariia, mentre chiede di fermare la guerra, perché a pagarne le spese sono solo le persone innocenti. “Voglio la pace – dice – la pace in tutto il mondo”.