di IRYNA GULEY
testo raccolto da Alice Tombesi e Sara Spimpolo
Stamattina sono uscita e sono andata a prendere un caffè in un bar. Per un attimo è sembrato che la guerra non ci fosse. Poi prendo il telefono e leggo le notizie e mi chiedo perché il mio popolo sta vivendo tutto questo. Mi sono ritrovata in un negozio di cosmetica, c’erano altre ragazze insieme a me. A un certo punto ha cominciato a suonare la sirena ma non ci è importato. Siamo rimaste lì. Non ci siamo nascoste. Siamo rimaste a scegliere i trucchi e le tinte.
Sempre oggi, ho fatto quattro passi e ho sentito un canto provenire dalla chiesa. Mi è venuto un forte bisogno di entrare e sono entrata. Ho pianto tantissimo. Ma ho respirato, ho tirato un sospiro di sollievo. Mi sono sentita liberata.
I miei genitori a Odessa per ora stanno bene. È uscita la notizia che 600 soldati russi hanno rifiutato di prendere o attaccare la città di Odessa ma non so se è vero perché da noi adesso circolano tante notizie false. Dobbiamo stare attenti alla disinformazione. Ogni volta incrociamo le fonti. Almeno 3 fonti diverse devono dire la stessa cosa. Spesso guardo i siti governativi e le agenzie indipendenti.
I miei amici, Tanya e Viktor, stanno bene. Sono riusciti a lasciare Kiev ma si trovano ancora in Ucraina.